Bologna, posti esauriti per i migranti. Rizzo Nervo: "Né tende, né casette Tocca al governo dare risposte"

L’assessore al Welfare: "Qui non ci sarà mai un Cara di Mineo. Serve un’accoglienza diffusa". Boom di arrivi, oltre mille persone nei Cas. Protesta in via Mattei: "Affollamento insostenibile".

L'assessore Luca Rizzo Nervo

L'assessore Luca Rizzo Nervo

Bologna, 30 aprile 2023 – "Siamo in emergenza. Ogni due giorni arrivano 50 migranti a Bologna e provincia. Nel nostro Paese, alla faccia dell’assurdità del blocco navale, abbiamo cinque volte gli sbarchi dell’anno scorso...". Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare, è preoccupato: nell’ultima settimana c’è un’ondata quasi senza sosta e le strutture destinate all’accoglienza ormai scoppiano, con oltre mille persone nei Cas, 715 migranti arrivati da inizio anno nell’area metropolitana, 62 negli ultimi due giorni.

Così le tende per i migranti rischiano di essere l’unica alternativa?

"La situazione è complicata. Ed iniqua: l’Emilia-Romagna ha lo stesso numero di migranti della Lombardia che è il doppio. Continuiamo a ritenere che si possa fare accoglienza diffusa, in appartamenti e piccole strutture, garantendo la dignità delle persone. La nostra amministrazione ha già dimostrato una forte contrarietà a tendopoli, grandi centri o grandi concentrazioni. Vogliamo evitare, come sempre abbiamo fatto, situazioni di tensione sociale, dove i servizi di integrazione sono azzerati. Per intenderci, sotto le Due Torri non ci saranno mai centri profughi tipo il Cara di Mineo, con duemila persone stipate in un unico luogo".

D’accordo, ma se mancano i posti e le strutture fisse, che cosa si fa?

"Tocca al governo dare risposte. Con la prefettura lavoriamo in sinergia. Venerdì, durante l’incontro in Regione, eravamo tutti d’accordo, sindaci e rappresentanti dello Stato: i rimborsi del Cas (i centri di accoglienza straordinaria) vanno adeguati a quelli del Sai (Sistema accoglienza integrata). In sintesi: da rimborsi di 30 euro al giorno per migrante, come stabilito dall’allora ministro Matteo Salvini, si deve passare a 45. Senza questo adeguamento, le gare per gestire l’accoglienza vanno deserte".

Per evitare tendopoli, vanno individuate altre strutture. C’è qualche ipotesi in campo?

"Come amministrazione abbiamo messo a disposizione alla prefettura la struttura di Asp di via del Milliario. Un Cas che in queste settimane ha dato risposte importanti. Fuori Bologna, a Ozzano, c’è la disponibilità della caserma Gamberini. In ogni caso, se non cambia ’il modello Salvini’ sui rimborsi ai migranti, nessuno parteciperà a bandi insostenibili dal punto di vista dei costi per gestire queste strutture di accoglienza".

Nel frattempo, al posto delle tende, già presenti al Cas di via Mattei, dovrebbero arrivare le ’casette’...

"In realtà non ci sono ancora, ma la Prefettura sta lavorando per averle. In ogni caso, che siano tende o moduli abitativi, il tema è il modello. Lo Stato deve darci risposte per un’accoglienza diffusa. Capisco le soluzioni emergenziali, ma i villaggi di casette o tende non sono le soluzioni".

Le tende di via Mattei, però, ci sono da gennaio. Con l’avallo del Comune.

"Non siamo contrari a questa soluzione in via straordinaria. L’abbiamo già usata in passato. Ma lo Stato deve garantire soluzioni dignitose e sostenibili".

Il prefetto, però, dice che tocca ai Comuni indicare soluzioni alternative...

"Il sindaco Lepore, andando anche oltre le nostre funzioni, ha riunito tutti i sindaci della città metropolitana proprio per trovare alternative a grandi centri profughi senza servizi di integrazione di secondo livello. Ma la gestione del sistema Cas è responsabilità dello Stato, non dei Comuni...".

Intanto, proprio al Cas di via Mattei, il ’Coordinamento migranti’ protesta per l’affollamento nelle tende. E vi chiede di fare di più.

"La voce di Bologna contro soluzioni che prevedono grandi concentrazioni di migranti non è mai mancata. Soprattutto praticando un modello radicalmente alternativo come l’accoglienza diffusa Sai. Non abbiamo mai sottaciuto la volontà di superare un giorno via Mattei. Oggi non è possibile. Ma la nostra preoccupazione, rispetto a situazioni di affollamento, è grande. Vogliamo lavorare, con la Prefettura, per andare oltre a queste situazioni. Ma il governo deve fare la sua parte".