Preso per furto torna in libertà e spacca auto

Un diciannovenne arrestato per furto di uno scooter, rilasciato e poi nuovamente arrestato per danneggiamento auto. Un trentottenne della Sierra Leone arrestato per resistenza e aggressione ai carabinieri. Entrambi processati e rilasciati con obblighi.

Preso per furto torna in libertà e spacca auto

Preso per furto torna in libertà e spacca auto

Arrestato dai carabinieri della stazione Navile per aver rubato uno scooter, era stato rimesso in libertà dal pm di turno. E, appena uscito dalla caserma di via Cipriani, il diciannovenne ha attraversato la strada e si è messo a spaccare macchine in via Milazzo, dove è stato arrestato (di nuovo) dalla polizia. La vicenda, che ha del paradossale, è iniziata sabato mattina in via Calzoni, dove una pattuglia dell’Arma ha fermato il ragazzo mentre armeggiava su uno scooter, risultato poi rubato a un cinquantunenne marocchino. Il giovane, dopo gli accertamenti e la denuncia sporta dal proprietario del mezzo, è stato arrestato dai militari. Tuttavia, il magistrato di turno, informato della vicenda, ne ha disposto l’immediata liberazione in base all’articolo 121. Così il diciannovenne, nel primo pomeriggio, è uscito a piede libero dalla caserma. Probabilmente insoddisfatto dalla sua giornata, se l’è presa con delle auto in sosta in via Milazzo, danneggiandole con violenti calci. Un cittadino, notando la scena, ha quindi chiamato il 113, seguendo in tutti gli spostamenti il giovane delinquente e segnalandoli alla polizia. Una volta fermato e portato in Questura, è emerso come il giovane fosse stato arrestato appena tre ore prima dai carabinieri. Così è stato arrestato di nuovo, questa volta per danneggiamento aggravato continuato. Dopo la direttissima, ieri, è tornato di ancora libero, con un obbligo di firma.

Sempre i carabinieri della Navile hanno arrestato sabato anche un trentottenne della Sierra Leone: l’uomo, in sella a una Mobike manomessa, è stato fermato in via Nicolò Dall’Arca. Dopo aver tentato la fuga, ha aggredito i militari con calci e pugni, causando loro 5 e 7 giorni di prognosi. Fermato, aveva con sé un coltello a serramanico e del crack: arrestato per resistenza, è stato condannato in direttissima a 4 mesi e 20 giorni di reclusione.

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