"Professionalità, e tanti sorrisi uniti a pazienza"

Paola Manes, professoressa di Diritto privato a Unibo, ringrazia il reparto di Otorinolaringoiatria e audiologia del Sant’Orsola per l'eccezionale assistenza al figlio durante il ricovero. Il personale medico e infermieristico ha dimostrato competenza, dedizione e umanità, garantendo cure di altissimo livello.

"Personale medico e infermieristico con una competenza ai massimi livelli, unita a sorrisi generosi, lavoro ben oltre gli orari da mansionario, senza mai un gesto di insofferenza o di fatica". Paola Manes, professore ordinario di Diritto privato a Unibo, vuole ringraziare tutto il reparto di Otorinolaringoiatria e audiologia del Sant’Orsola nelle persone dei professori Gabriele Molteni e Livio Presutti, e per loro tramite tutto il personale medico e paramedico, che ha prestato assistenza durante il ricovero del figlio di 16 anni.

"In quelle ore assai concitate, dal punto di vista personale e dal punto di vista organizzativo per la struttura, essendo il reparto in pieno trasloco, tutti, dal primo infermiere ai dirigenti apicali, hanno dato il massimo di quanto si possa chiedere o sperare di ottenere, sul piano personale e professionale, in un ambiente di cura. Un intero reparto trasferito in poche ore – racconta – con pazienti critici da gestire, ma senza che nulla mancasse al malato o a chi, come me, lo assisteva. Chirurghi che, pur dopo sale operatorie estenuanti, non mancano di passare in reparto, a dispensare una parola di coraggio a chi sanno dipendere dai loro responsi: pazienti chiamati per nome, vicende conosciute in ogni dettaglio, storie cliniche che sono sempre in primis vicende individuali. Mai freddi numeri, mai sterili casi: sempre persone uniche e vissuti individuali. Mio figlio ha detto: ’Ma davvero questa è la sanità pubblica in questa regione?’".

Una nuova generazione di brillanti chirurghi che affrontano le emergenze più gravi "senza paura, con determinazione e coraggio – riflette la docente – unicamente tesi a trarre il meglio da sé a vantaggio della squadra che già, con grande sapienza, danno prova di saper guidare, sotto lo sguardo vigile ed amorevole di grandi maestri".

Manes vuole ringraziare anche "l’infermiera che, a notte fonda, all’ennesima chiamata del giovane paziente sottoposto alla terapia, trova la forza, la pazienza e la gioia di spiegargli in dettaglio e con enorme competenza, l’emivita del farmaco. Lavoro con i ragazzi da tanti anni ormai come docente in Unibo: conquistare un giovanissimo alla vostra causa credo sia un risultato davvero incoraggiante ed è uno dei segni più tangibili della bontà della strada che state segnando nel mondo".

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