Quei ’legami fragili’ pronti a girare l’Italia

La mostra collettiva in partenza allo Studio Cenacchi, mentre allo spazio Pietro apre la personale del bulgaro Petkov

Quei ’legami fragili’ pronti a girare l’Italia

Quei ’legami fragili’ pronti a girare l’Italia

Un giorno all’insegna dell’arte contemporanea. Il 4 aprile alle 18 alla Galleria Studio Cenacchi

di via Santo Stefano s’inaugura Legami fragili, una collettiva a cura di Raffaele Quattrone con opere di tredici artisti: Rosalia Banet, Enrica Borghi, Zeno Bertozzi, Davide Bramante, Roberta Cavallari, Pierpaolo Curti, Alberto Di Fabio, Kepa Garraza, Alessandro Moreschini, Sabrina Muzi e Antonio Riello. Alla luce della partnership con Connexxion, il Festival Diffuso di Arte Contemporanea a cura di Livia Savorelli, sono stati selezionati anche due artisti che hanno partecipato alla seconda edizione del

Festival: Armina Gandini e lo scultore brianzolo Alberto Gianfreda. La Galleria Studio Cenacchi è la prima tappa di una mostra diffusa che nei prossimi mesi troverà una sede temporanea anche altrove: a Roma, Lodi, Ala (TN) e Siracusa. In via Santo Stefano 63 sono esposte più di venti opere che cambieranno di città in città e che riflettono un’ampia varietà di linguaggi artistici: dal collage alla pittura, dal disegno alla fotografia. "Questa collettiva – dichiara Quattrone – nasce allo scopo di rinsaldare i legami forti che, come ha teorizzato il sociologo polacco Zygmunt Bauman, oggi si stanno tramutando in ’liquidi’, ovvero precari ed instabili. Legami fragili, nel suo piccolo, intende contribuire a invertire il senso di marcia, focalizzandosi in primis sul rapporto tra curatore, artisti e spazi che via via ospiteranno la mostra. L’obiettivo è far sì che l’esposizione possa adattarsi a ogni singolo contesto senza modificarne la sostanza, cioè la forza delle relazioni umane, la forza di creare comunità e spazi di condivisione".

Sempre il 4 aprile alle 18 è previsto anche l’opening di Cubito, la personale di Aleksandar Petkov, organizzata dal collettivo Pietro, in collaborazione con la Galleria Studio G7. Questa mostra conferma la volontà dello staff curatoriale di coinvolgere nello spazio artisti che hanno una relazione con l’architettura. Infatti, il giovane artista bulgaro, in via Galliera 20 espone cinque sculture che sfruttano materiali tipicamente edili (come per esempio il cemento, la sabbia ed il gesso) e che si snodano all’interno di un allestimento assai suggestivo a cura di Simone Gheduzzi.

La curatrice (nonché artista vincitrice dell’ultima edizione del Premio Zucchelli) Chiara Vitofrancesco scrive: "Petkov ci presenta un modo di scolpire attraverso la processualità, organizzando in forme concettuali la rielaborazione di rievocazioni, appunti grafici, emotività psicologica e manuale. A tal proposito, la componente gestuale dell’artista è fusione tra opera e movimento dell’artista stesso in un processo di deformazione e trasformazione continuo".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro