Quindici anni di botte e insulti. Scatta il braccialetto elettronico

Misura cautelare applicata a un operaio di 43 anni. La donna chiusa in casa avverte i carabinieri.

Quindici anni di botte e insulti. Scatta il braccialetto elettronico

Quindici anni di botte e insulti. Scatta il braccialetto elettronico

"Adesso tu mi obbedisci perchè sei mia moglie e devi farlo. E se chiami i carabinieri ti brucio viva". La minacciava, violentava e insultava anche davanti ai figli minori. Più di quindici anni di terrore finiti grazie all’intervento dei militari. I carabinieri della Tenenza di Medicina hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa con l’obbligo di non avvicinarsi a tutti i luoghi da lei abitualmente frequentati, con tanto di braccialetto elettronico, nei confronti di un 43enne. Lui, operaio di origine marocchina, incensurato, è accusato del reato di maltrattamenti contro familiari conviventi, lesione personale e violenza sessuale. Il provvedimento, richiesto dalla Procura ed emesso dal gip, è scaturito dalla denuncia della moglie.

A spingere la donna a raccontare alle forze dell’ordine oltre quindici anni di soprusi fisici e psicologici un ultimo, violento, episodio avvenuto lo scorso 3 marzo. In quest’occasione la donna, chiusa in casa con i tre figli minori dopo che il marito violento era uscito, ha chiamato i carabinieri. I militari sono arrivati e non hanno potuto far a meno di notare lo stato di agitazione della donna e una serie di ecchimosi al corpo. Da qui è stato attivato prontamente dalla Tenenza di Medicina il protocollo del codice rosso e la donna ha iniziato a raccontare un retroscena del terrore.

La donna, ora in una struttura protetta con i figli, ha riferito di essere stata umiliata, prevaricata e violata dalla follia ossessiva del marito. Veniva costantemente accusata di tradimento e di aver recitato, a sua insaputa, in film porno e per questo minacciata di morte. In alcune circostanze il 38enne le aveva sequestrato il cellulare e costretta a subire rapporti sessuali: se lei si rifiutava lui la picchiava. Calci, pugni e percosse con l’aiuto della cintura dei pantaloni. L’uomo in questi anni si è, inoltre, imposto più volte negando alla moglie, straniera, la possibilità di imparare l’italiano, negandole così la possibilità di integrarsi nella società: "Non ti serve a nulla imparare come parlare perchè senza di me non esci da questa casa".

Zoe Pederzini

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