Referendum sulla Città 30, l’iter è partito

La segreteria di Palazzo d’Accursio apre alla vidimazione dei fogli per il referendum sulla Città 30. Promotori pronti, ma critiche per i tempi stretti.

Referendum sulla Città 30, l’iter è partito

Referendum sulla Città 30, l’iter è partito

La segreteria generale di Palazzo d’Accursio ha informato i promotori del referendum per abrogare la Città 30 che l’ufficio è "a disposizione per la vidimazione dei fogli, propedeutica

alla raccolta delle firme necessarie (novemila) per l’indizione del referendum", come si legge nella missiva pervenuta alle parti in causa. Esplicitate poi le prime indicazioni procedurali. "E’ onere del Comitato promotore curare la stampa del testo del quesito referendario dichiarato ammissibile, e consegnare i fogli in Segreteria generale.

Il termine per tale fase del procedimento, in mancanza di termini diversi stabiliti dal Regolamento sui

diritti di informazione e partecipazione dei cittadini, è di trenta giorni" dalla ricezione della lettera. La mancanza della documentazione richiesta determinerà "la chiusura del procedimento". Il termine di tre mesi per la raccolta delle firme decorre dalla data della prima vidimazione.Matteo Di Benedetto (Lega): "Noi siamo pronti e invitiamo tutti i bolognesi a darci una mano, lasciamo che a decidere sulla città 30 siano i cittadini. L’amministrazione ha parlato di occasione di partecipazione: ci aspettiamo che il Pd e le altre forze di sinistra diano una mano. Invitiamo anche i consiglieri comunali di maggioranza contrari alla città 30 a darci una mano e dimostrare la propria posizione coi fatti", conclude.

Stefano Cavedagna (FdI): "Ormai è chiaro che il Comune voglia boicottare il referendum. Lepore ha paura del giudizio dei bolognesi. Obbligare il comitato promotore a raccogliere 9.000 firme in 3 mesi con luglio ed agosto di mezzo, mentre la città è vuota, è una scelta che danneggia la partecipazione. Si inizi dopo agosto".