Rey Sciutto: "Condivido la mia fortuna"

Il divulgatore storico e artistico ha donato parte della vincita di ’The Floor’ per il restauro di un quadro di De Maria al Museo Ottocento

Rey Sciutto: "Condivido la mia fortuna"

Rey Sciutto: "Condivido la mia fortuna"

Non chiamatelo art sharer, ovvero condivisore d’arte, ma certamente art benefactor, vale a dire benefattre d’arte, gli calza a pennello. Perché Rey Sciutto, 26 anni, celebre divulgatore storico e artistico sui social e uno dei tanti bolognesi d’adozione che sta facendo molto bene alla città, ha deciso di donare parte della somma vinta al game show ’The Floor’ al Museo Ottocento di Francesca Sinigaglia, per il restauro del dipinto di Mario De Maria ’Effetto di Luna: il Chiostro dell’abbazia di S. Gregorio a Venezia’, attualmente esposto tra circa 70 opere dell’artista, nella mostra ‘Ombra cara’, in piazza San Michele. L’annuncio, avvenuto qualche sera fa in occasione del primo compleanno del museo, tiene fede alle parole che Sciutto pronunciò a fine gennaio, il giorno della vittoria del quiz: "La felicità se non è condivisa è incompleta".

Rey Sciutto, quando ha deciso di donare la somma per il restauro del De Maria?

"Non subito. Avevo in mente un po’ di enti cui elargire un po’ di soldi e mentre aspettavo di ricevere la somma vinta, è iniziata la collaborazione con il Museo Ottocento che mi ha ispirato, perché il Museo per me rappresenta quello che almeno al 90% dovrebbe essere la base di un’istituzione culturale: quindi un museo no profit che finanzia le borse di studio per studenti meritevoli che hanno scritto le migliori tesi magistrali sull’Ottocento bolognese".

Un raro esempio virtuoso?

"In un’Italia in cui si spende sempre meno in istruzione e cultura, altamente sotto la media europea per la spesa in questi settori, il Museo Ottocento è l’esempio che il governo dovrebbe seguire, finanziare chi finanzia la cultura, perché con la cultura si mangia".

Per lei lo studio, la possibilità di un’istruzione, sono principi fondamentali? Ha ben due lauree conseguite alla nostra università.

"Ho una laurea al Dams con specializzazione in storia dell’arte medievale col professore Fabrizio Lollini e l’altra in arti visive con specializzazione in architettura medievale e moderna. Avrei voluto dedicarmi all’insegnamento accademico, ma dopo essere stato respinto in sei università diverse, ho deciso di mollare".

Però alla fine degli studi lei ha deciso di fare il rider per guadagnare. Cosa le ha lasciato quell’esperienza?

"Ho fatto il promoter di eventi e il rider per due anni, ho finito nel 2021, e questa esperienza è stata per me decisiva, mi ha fatto capire quello che non volevo fare nella vita, perché si trattava di una maniera per tirare a campare con paghe da fame e nessun diritto. Dopo la quarta caduta ho detto basta e sono passato a fare il cameriere, poi mi son dedicato solo ai social che a dire il vero non sono andati subito benissimo, tanto che mi sono rimesso a studiare per una seconda magistrale e terza laurea in Scienze Storico Orientalistiche. Proprio in quel momento è iniziato il successo coi miei profili social, e ho proseguito per questa strada".

Benedetta Cucci

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