Rivoluzione nei trapianti. Intervento eseguito dal robot. Fegato nuovo, a casa in 4 giorni

Tecnica messa a punto al Policlinico di Modena. Prima volta in Italia, terza al mondo. La macchina guidata dai chirurghi pratica un piccola incisione: il recupero è rapidissimo.

Rivoluzione nei trapianti. Intervento eseguito dal robot. Fegato nuovo, a casa in 4 giorni

Rivoluzione nei trapianti. Intervento eseguito dal robot. Fegato nuovo, a casa in 4 giorni

Trapianto di fegato su di un paziente affetto da tumore e cirrosi realizzato totalmente con la chirurgia robotica. È stato eseguito al Policlinico di Modena: è il primo in Italia e il terzo al mondo. Infatti i precedenti sono solamente due: uno effettuato negli Stati Uniti, con la Washington University Saint Louis, e l’altro in Portogallo, a Lisbona.

Il paziente ha 66 anni e dopo appena quattro giorni è stato dimesso. La degenza così breve è uno dei vantaggi di questa tecnica robotica che permette una invasività minima: il taglio per estrarre l’organo malato e mettere al suo posto quello sano è di soli dieci centimetri. Naturalmente a guidare i robot ci sono i chirurghi, più di uno considerata la complessità dell’intervento e la durata, intorno alle dieci ore. Il trapianto è stato eseguito presso il reparto di Chirurgia oncologica, epatobiliopancreatica e trapianti di fegato del Policlinico diretto da Fabrizio Di Benedetto, professore ordinario dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che lo ha attuato con la sua équipe e, chiaramente, una serie di colleghi, a iniziare dal team di Anestesia e rianimazione.

"La tecnica utilizzata permette di eseguire l’epatectomia ad addome chiuso, garantendo la stessa sicurezza e il controllo vascolare – spiega Di Benedetto –. Una volta completata la rimozione del fegato malato, si esegue una piccola incisione di dieci centimetri attorno all’ombelico per rimuoverlo e alloggiare il nuovo fegato donato. Una tecnica che permette un miglioramento della ripresa post-chirurgica, una diminuzione generale delle complicanze e una riduzione della degenza ospedaliera". Il robot permette al chirurgo che lo manovra di vedere con un ingrandimento di otto volte rispetto all’occhio umano e senza toccare altri organi.

Questo intervento è stato eseguito il 20 febbraio ma, a oggi, nel Policlinico ne sono stati fatti altri tre, su pazienti sempre affetti da tumore epatico, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, due già dimessi dopo quattro giorni e l’ultimo in dimissione (è stato operato tre giorni fa). L’équipe di Di Benedetto, come lui stesso annuncia, ha come obiettivo di effettuarne una decina nel corso di quest’anno, pari all’otto per cento dei trapianti di fegato eseguiti in un anno a Modena, che sono, mediamente, 150.

Il centro modenese ha una lunga esperienza in questo ambito, avendo realizzato finora 500 casi di chirurgia oncologica addominale. E ora sta facendo scuola nella tecnica robotica. Come viene spiegato, arrivano chirurghi da ogni parte del mondo per vedere e imparare, anche perché il Policlinico è dotato di una console accessoria per insegnare a utilizzare il robot. Il direttore sanitario del Policlinico modenese, Claudio Vagnini, ha sottolineato come "da quando ci siamo dotati di due robot chirurgici, a Baggiovara e al Policlinico, è cresciuta la nostra capacità e qualità produttiva. Tutto questo è possibile grazie alla sanità pubblica, che garantisce a tutti lo stesso trattamento". In media un trapianto al sistema sanitario costa intorno ai 70mila euro, costi che vengono tagliati attraverso l’utilizzo dei robot. Da ricordare che un intervento del genere, in Paesi dove non esiste la sanità pubblica, può arrivare a costare al paziente anche 200mila euro.

Renato Porro, rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha rimarcato come "un uomo solo al comando in sanità non è sufficiente, bisogna saper fare scuola. Qualità umane, innovazione e ricerca sono i tre aspetti fondamentali da coltivare", mentre il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, ha voluto sottolineare come "a Modena siamo in grado di raggiungere risultati d’avanguardia e d’eccellenza. Un valore per l’intera regione e un vanto per la città. E’ la dimostrazione di quanto vale la sanità in Emilia-Romagna". Più che soddisfatto l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini: " Un risultato straordinario che conferma l’eccellenza della nostra rete. Ancora una volta la nostra regione, grazie a strutture e strumentazioni all’avanguardia, e grazie a professionisti di altissima competenza ed esperienza, si pone ai vertici nazionali e internazionali".

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