Rondoni e Santandrea: "Il tango descrive città, figure e situazioni"

Il poeta insieme alla musicista e ballerina racconta l’album dal titolo ‘Ballo lentamente con le tue ombre’

Migration

Dopo Viral tango, concepito molto prima che il "nemico perfetto" Covid-19 cogliesse tutti alla sprovvista, arriva l’album Ballo lentamente con le tue ombre, stesso titolo del libro scritto da Davide Rondoni nel 2009. Un disco di sette brani in cui il letterato declama in modalità "spoken word" poesia alta, con parole che ricordano Solanas, Pasolini, Pavese. Note firmate da Carlotta Santandrea, musa del poeta, musicista, ballerina e insegnante di tango, un bisnonno direttore d’orchestra amico di Toscanini, allieva in Argentina di Gustavo Naveira, icona del ballo di coppia. Mix e arrangiamenti di Pascal Basile per Acid Classic.

Rondoni, qual è il segreto del tango che "trafigge" chi è imbevuto di classicismo?

"Si tratta di spezie giuste. Sensualità e nostalgia che i poeti, come diceva Ungaretti, sanno essere la stoffa dell’anima. Chi non ha nostalgia di casa e del proprio amore? Una musica che grazie agli emigrati italiani è diventata internazionale. Le mie poesie, che Carlotta sonorizza in un album pieno di danza e di cuore, sono ‘tanghi’ dedicati a figure, città, situazioni. Una performance che porteremo in giro in autunno a Bologna".

Carlotta, le ombre citate nel titolo sono le "sue"?

"Credo di sì, il disco è l’appendice del libro che scrisse dopo aver visto lo spettacolo di ballo, musica e poesia nascosta nelle liriche del tango che ho allestito con il ballerino Patricio Lolli".

La dedica?

"A Carlotta che è all’origine e nella miccia di queste pagine, che Dio pazientissimo ballerino di tango ti guardi".

Rondoni come Borges, il poeta sedotto dal tango, è il suo mecenate rinascimentale?

"Crede in me più di quanto non faccia io stessa. Fare un disco di liriche sul tango è poesia che s’infrange nella poesia, musica aggiunta a una cosa che ha ritmo. Vale per Tango dell’abbandono, Tango delle città o Tango per una ballerina che non balla".

Un aneddoto sapido?

"Un paio d’anni fa per Quaresima Rondoni mi chiese di ballare un tango intitolato "Golgota" sul sagrato della chiesa della Vita davanti all’allora monsignor e attuale cardinal Zuppi. Che commentò con un ‘ammazza, se è brava’, in romanesco".

Gian Aldo Traversi