ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Salvini tra grandi opere e urne: "Il Passante si fa, ma costi lievitati. Regionali? Al vaglio nomi civici"

Il vicepremier sull’infrastruttura: "Il conto del progetto ora è quasi il triplo. Serve la riforma delle concessioni". Sul post-Bonaccini si valutano "profili da imprese e associazioni. E alle Europee faremo meglio delle politiche".

Salvini tra grandi opere e urne: "Il Passante si fa, ma costi lievitati. Regionali? Al vaglio nomi civici"

Salvini tra grandi opere e urne: "Il Passante si fa, ma costi lievitati. Regionali? Al vaglio nomi civici"

Grandi opere, strade, ponti. Ma anche uno sguardo a Europee e Regionali, dove "per il post-Bonaccini stiamo valutando diversi profili, anche civici".

La tappa bolognese dell’"Italia dei sì", l’evento con cui il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini sta girando l’Italia per presentare i grandi progetti infrastrutturali del Paese, parte con alcune precisazioni su una delle opere più attese (e contestate): il Passante.

"Si farà, non rischia di saltare. È strategica", rassicura Salvini all’ingresso dell’Opificio Golinelli. Ma se l’allargamento di tangenziale e autostrada è in cima ai pensieri del Mit, restano i ritardi e il pressing di Palazzo d’Accursio e Viale Aldo Moro. Il nodo sono i costi che, ammette il vicepremier, sono ormai "quasi il triplo di quelli stimati all’inizio", lievitando a circa 3 miliardi. "C’è la società privata (Autostrade per l’Italia, ndr) che sta rivedendo i conti. Il progetto iniziale era di ’X’, adesso è arrivato a ’X’ per tre. A me interessa che le opere i privati le facciano, motivo per cui stiamo lavorando a una riforma delle concessioni autostradali perché sia il pubblico a farsi carico di quello che poi serve agli utenti. E questo vale per il Passante come per la Gronda di Genova", spiega il ministro. Resta in allarme la Regione con l’assessore ai Trasporti, Andrea Corsini, ieri in platea: "Credo che l’opera si farà. Ora c’è uno stop che ci preoccupa: ma il Passante dev’essere sbloccato il prima possibile. Ai primi di giugno – annuncia – è, comunque, previsto un nuovo summit con il ministero".

Salvini elenca il piano degli investimenti sul territorio, ricordando i 4,9 miliardi di Anas sulle strade, di cui 3,6 miliardi per nuove opere, e 1,3 miliardi di manutenzione programmata. Solo un breve cenno,’soft’, alla Città 30, ma senza aizzare lo scontro con il Comune (che, comunque, ieri non aveva nessun esponente in sala): "Occorre il buonsenso. Le zone 30 in prossimità di scuole, ospedali, case di riposo ci stanno. Zone a trenta all’ora su intere superfici cittadine, però, non risolvono nessun problema. A salvare vite ci penserà il nuovo Codice della strada". Non manca poi un passaggio su Europee e Regionali. Sulle prime, Salvini esordisce con una battuta su Stefano Bonaccini (capolista Pd nel Nord-Est): "Sono sicuro che il generale Vannacci prenderà più voti del governatore...", poi ricorda che se il "centrodestra è unito in Europa è un bene. Chi stima Marine Le Pen – dice riferendosi a Giorgia Meloni che ha partecipato al convegno di Vox – è intelligente". Salvini, poi, indossa la casacca di leader della Lega e, oltre a prevedere "un risultato per il Carroccio in Ue superiore alle Politiche", dice la sua sul post-Bonaccini. "Come centrodestra unito presenteremo una proposta dopo le Europee. Ci sono diverse personalità, anche civiche, del mondo delle associazioni e delle imprese, che stiamo valutando. Non credo sia necessaria una tessera di partito per condividere una visione di Emilia-Romagna del futuro che vada oltre la sinistra". Nella sala (piena) , diversi esponenti leghisti: dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni al commissario della Lega in Emilia, Matteo Rancan, al capogruppo Matteo Di Benedetto e al consigliere Giulio Venturi. Presenti i vertici delle associazioni di categoria, la presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi e il presidente del Marconi, Enrico Postacchini.