Scaduto il bando di gara per l’ex caserma Masini

Polo giudiziario alla Staveco e parcheggi alla Stamoto: gli immobili dismessi

È scaduto ieri il bando di gara per decidere il futuro dell’ex caserma Masini di via Orfeo. Dopo il percorso partecipativo avviato dal Comune l’anno scorso, l’area militare dismessa è finita al centro di diversi incontri tra le realtà che hanno deciso di partecipare al progetto: su tutte, due maxi-cordate, una capitanata dall’Associazione per l’educazione giovanile (Ape) e una guidata dalla cooperativa Le Macchine Celibi insieme con Albonia. I capofila, durante gli incontri di gennaio e febbraio, non erano riusciti a trovare una comunione d’intenti sulla Masini e così si è proceduto come da regolamento alla gara. Ieri, alle 12, è scaduto il termine per presentare il progetto definitivo, che si ricorda deve tenere conto di quanto messo insieme durante il percorso condiviso. Sul piatto ci sono 10mila euro e nei mesi scorsi si è parlato di tantissime attività nel calderone che ribolle: musica e spettacoli, servizi per famiglie, sport e yoga, orti urbani e cura del verde, cineforum, sportelli di orientamento dedicati a migranti e soggetti fragili, ma non solo.

"Dal punto di vista urbanistico, stiamo procedendo con tutti gli attori coinvolti", puntualizza il sindaco. Ora, bisognerà capire quali proposte hanno continuato a essere alimentate e cosa succederà effettivamente in via Orfeo. Nelle intenzioni di Palazzo d’Accursio, la partita dell’ex Masini va chiusa in primavera ed è molto probabile, quindi, che dopo Pasqua si arrivi a una maggiore chiarezza sul da farsi.

Ma l’ex Masini, o l’ex Scalo Ravone, non sono le uniche aree che la giunta ha intenzione di recuperare, rimettere in sesto e riaprire ai bolognesi. "Sono 18", come ricorda Lepore, "praticamente quasi un terzo della città ‘costruita’". Oltre a quelle in capo alle Ferrovie, restano i complessi militari abbandonati che, negli anni, hanno fatto parlare di sé in maniera non sempre idilliaca. A partire dall’ex caserma Stamoto di viale Felsina: una manciata di giorni fa lo stabile è finito sul Carlino a causa dello sgombero messo in piedi dalla polizia che, attirata dalle segnalazioni dei residenti e dal continuo via vai in zona, è intervenuta trovando dentro l’immobile una decina di abusivi, oltre a una grande quantità di spazzatura. "Stiamo lavorando alla permuta", commenta il sindaco. Qui il Comune – attraverso il protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio – ha intenzione di dare vita a una grande area residenziale di 120mila metri quadrati a uso misto: si parla anche di due ampi parcheggi, considerati "prioritari" dai residenti.

La lista è lunga e continua: c’è la Staveco, dove sorgerà il Polo della giustizia, la nuova cittadella giudiziaria bolognese, e la Perotti di via Carlo Marx, su cui il Comune "sta lavorando a un concorso di progettazione e sviluppo attraverso il bando ‘Reinventing Cities’ (con scadenza a luglio, ndr)", spiega Lepore.

Insomma, i progetti ci sono e il laboratorio di idee procede: "Direi che tutte le aree demaniali di Bologna sono in sviluppo o sotto l’attenzione di attori che sono interessati alla loro trasformazione – chiude il primo inquilino di Palazzo d’Accursio –. E questa è una bella novità per la città, visto che per decenni tutto è rimasto immobile per quanto riguarda la rigenerazione delle aree dismesse". L’auspicio dei cittadini, ora, è che i bei progetti trovino anche un’attuazione concreta il prima possibile.

Francesco Moroni