
Scontri allo sgombero. Colpirono i poliziotti, divieto di dimora per sei attivisti di Luna
di Chiara Caravelli
Sei divieti di dimora per gli attivisti del collettivo Luna, costola universitaria di Làbas, che il 6 ottobre scorso occuparono l’Istituto Santa Giuliana, di proprietà della Congregazione di suore Mantellate Serve di Maria, al civico 90 di via Mazzini. Le misure, emesse dal giudice Domenico Truppa su richiesta del procuratore capo Giuseppe Amato e dal pm della Dda, Stefano Dambruoso, sono state disposte a seguito degli scontri tra gli attivisti e gli agenti della Digos in occasione dello sgombero dello stabile, avvenuto la mattina del 17 ottobre scorso.
Ma facciamo un passo indietro. L’Istituto Santa Giuliana – uno stabile di cinque piani, quattro adibiti a convitto, gli altri a scuola elementare e materna – era stato occupato per metterlo a disposizione di studenti, lavoratori, disoccupati e di "chiunque è rimasto senza un tetto a causa dell’emergenza abitativa, dovuta alla bolla speculativa che ha aggredito Bologna".
La struttura, come avevano spiegato all’epoca gli attivisti, non è più in uso da meno di un anno, dopo la chiusura della scuola e la decisione, da parte della proprietà, di di mettere in vendita il complesso.
Da qui, il blitz con l’obiettivo di occuparlo al grido dello slogan ‘In/Out, dentro la città, fuori dal mercato!’. Undici giorni dopo l’apertura delle porte da parte degli attivisti, era arrivato lo sgombero, con polizia e carabinieri presenti fuori dall’edificio fin dalle prime ore della mattina. A quel punto i collettivi avevano organizzato una manifestazione, ovviamente non autorizzata. È proprio in quell’occasione si erano verificati violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con tre agenti della polizia – di cui uno colpito alla gamba e portato via in barella – e una studentessa (colpita alla testa, ha avuto bisogno di sei punti) feriti e costretti a farsi medicare in Pronto soccorso.
Alcuni attivisti, circa un centinaio e riconducibili ai collettivi di Luna, Làbas e Cua, avevano colpito gli agenti della Digos "con calci, pugni ed aste, rendendosi responsabili – spiega la Questura – dei reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, oltre che del lancio di oggetti e invasione di terreni ed edifici".
Nel complesso sono stati 12 gli attivisti segnalati alla Procura, quasi tutti con precedenti, ritenuti a vario titolo responsabili di reati in materia di ordine pubblico. Dopo la notizia dei sei divieti di dimora nei confronti di alcuni suoi attivisti, il collettivo Luna ha risposto convocando una conferenza stampa per oggi nel cortile del pozzo di Palazzo d’Accursio.
Nella nota diffusa dagli attivisti si parla di "due verità, o meglio, una realtà e lo storytelling. La prima si manifesta nel folle provvedimento di divieto di dimora contro sei attivisti dei municipi sociali. Il secondo è l’autorappresentazione che il questore Antonio Sbordone fa di sé e dei suoi plotoni". Una versione che, evidentemente, si scontra con la realtà, oltre che con la decisione del giudice.