ALICE PAVAROTTI
Cronaca

Seicento nuovi cartigli mappano le bellezze artistiche della provincia

Inquadrando il Qr Code si potrà leggere, anche in inglese, un approfondimento storico dell’edificio

Seicento nuovi cartigli mappano le bellezze artistiche della provincia

Seicento nuovi cartigli mappano le bellezze artistiche della provincia

La valorizzazione del territorio si interseca inevitabilmente con la conoscenza che si ha di esso. Ed è in questo senso che si muove la Città Metropolitana, che estende alla provincia il progetto di segnaletica informativa storico-artistica del Comune di Bologna.

I ‘cartigli’ (segnali marroni di forma ovale che sono affissi su numerosi edifici culturali della città) sono nati nel 1997 con un progetto promosso dall’allora Commissione di qualità urbana presieduta da Eugenio Riccomini e realizzata dalla storica dell’arte Milena Naldi.

Da oggi si amplia e si innova: si aggiungono altri otto comuni , Alto Reno Terme, Calderara, Castenaso, Crevalcore, Granarolo, Loiano, Monghidoro e Sasso Marconi, con 600 nuovi cartigli pronti a mappare la provincia bolognese, di cui 85 sono già in stampa. L’innovazione invece è data dal collegamento con la mappa interattiva Tourer.it realizzata dal Segretariato Regionale del ministero della Cultura per l’Emilia Romagna: sotto ad ogni cartiglio sarà infatti presente un Qr Code. Inquadrandolo si leggerà un approfondimento storico-artistico dell’elemento, e si potranno vedere tutti gli altri beni più vicini con la loro scheda informativa mantenuta sempre aggiornata.

"Coinvolgiamo in questo lavoro i cittadini, che inviano segnalazioni di beni mancanti o foto: ce ne sono arrivate più di 15.000! Inoltre grazie alla collaborazione con il Cai, l’Apt e l’atlante nazionale dei cammini gli utenti possono visualizzare anche la rete escursionistica della regione" spiega Ilaria Di Cocco, responsabile del portale Tourer.it La digitalizzazione consente inoltre di avere il testo in inglese, fattore importante per il turismo. Al momento i qr code verranno installati soltanto nei nuovi cartigli della provincia, e non anche in quelli già preesistenti del Comune di Bologna, ma -commenta la curatrice Milena Naldi- .

"È un elemento su cui spero di lavorare in futuro, anche perché quello dei cartigli è un modello che è ancora attuale nonostante siano passati 27 anni da quando lo abbiamo creato. L’allargamento alla provincia ci permette di essere il primo esempio in Italia di omogenea identificazione dei beni su tutto il territorio metropolitano".

Le fa eco la consigliera metropolitana delegata al turismo Barbara Panzacchi: "Saranno di grande impatto visivo per chi percorrerà le nostre zone: dal centro storico all’Appennino, alla pianura, all’imolese, tutto il territorio sarà dotato di questo ovale". Esempi di beni mappati sono la chiesa di Sant’Alessandro di Vergiano a Monghidoro, le cui prime notizie risalgono agli inizi del duecento, ma anche Porta Bologna a Crevalcore, storicamente sede dell’Ospedale Barberini e che oggi invece ospita il Museo dei Burattini dedicato a Leo Preti. Comune di Crevalcore che per altro ha affiancato ai cartigli anche la realizzazione di 27 video di ‘pillole informative’, con il contributo dell’archeologo e ricercatore Dr Fabio Lambertini, che saranno disponibili sulla pagina youtube comunale. Anche l’Arcidiocesi di Bologna ricopre un ruolo fondamentale nel progetto: dei 600 nuovi beni segnati dai cartigli 392 sono di proprietà ecclesiastica, circa i due terzi. Moltissimi in Appennino, sono infatti 258, e 134 in pianura. "Questo fattore sottolinea l’appartenenza della chiesa alla storia passata e presente del nostro territorio, fino ad esprimerne l’identità e la cultura" conclude Monsignor Stefano Ottani.

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