
Riaprire definitivamente il sottopasso di via Rizzoli e metterlo a disposizione dei senza tetto che non vogliono andare nelle strutture messe a disposizioni dai vari enti, ma che poi muoiono per strada di freddo.
La proposta arriva da Paolo Mengoli, coordinatore del segretariato sociale Giorgio La Pira, il quale sottolinea che "quest’inverno a Bologna sono morte tre persone per il freddo, nelle strade del centro. La proposta che mi sento di avanzare è quella della riapertura del sottopasso Rizzoli che non costerebbe niente ed è inutilizzato". Mengoli riflette sul fatto che il numero dei senza fissa dimora deceduti nella nostra città è in media con quello di Milano e Roma, agglomerati ben più ampi. "Il sottopasso non è riscaldato, ma è sempre meglio che stare fuori. Potrebbe essere attrezzato con alcune panchine, un po’ come le sale d’aspetto delle stazioni ferroviarie, e ci sono anche i bagni. Può essere che queste persone non ci vogliano andare, considerando che sono degli irriducibili e molti di loro hanno chiuso con la società, ma credo che un tentativo, che avrebbe un costo praticamente nullo, andrebbe fatto". Secondo i calcoli di Mengoli i senza tetto che possono essere definiti ’irriducibili’ non sono molti: "Saranno dai dieci ai quindici, praticamente tutti uomini. Le ragioni del perché non vogliono andare nelle strutture sono varie – spiega – e non sono legate alla presenza degli animali: ci sono dormitori dove possono recarsi con il proprio cane. Più semplicemente non desiderano stare a stretto contatto con altri. Ecco perché il sottopasso, che è enorme, potrebbe essere una soluzione da prendere in considerazione per evitare le morti. Bisogna prevenire e non dimenticarsi di queste persone non appena è passata l’emozione della notizia e il funerale è terminato".
Monica Raschi