Sicurezza sul lavoro. L’Interporto fa scuola: "È sempre possibile prevenire ed educare"

A marzo si inaugura l’istituto di formazione all’interno del sito produttivo. Il direttore Alberani: "Proporremo seminari con Ausl e sindacati. Investiamo per fare in modo che non ci siano altri morti e incidenti".

Sicurezza sul lavoro. L’Interporto fa scuola: "È sempre possibile prevenire ed educare"

Sicurezza sul lavoro. L’Interporto fa scuola: "È sempre possibile prevenire ed educare"

"Sicurezza si può fare, sempre". È questo il motto che Alessandro Alberani, direttore della logistica dell’Interporto, segue dall’inizio della sua carriera, dall’esperienza come segretario nella Cisl, passando per il ruolo di presidente in Acer, fino alla direzione dell’Interporto. Una coerenza che ora si concretizza con l’inaugurazione di una scuola per la formazione e la sicurezza sul lavoro all’interno dell’Interporto.

Direttore Alberani, è tutto pronto per l’apertura?

"A marzo verrà inaugurata la school, la prima in Italia. Nato dall’idea del protocollo della legalità e della logistica etica, l’istituto si basa su salute, sicurezza e prevenzione. Si tratta di una responsabilità sociale di impresa, che va oltre l’articolo 81 e promuove la salute, direttamente all’interno di un sito produttivo, diventando punto di riferimento per le aziende e gli Rls, in una logica di collaborazione".

Come funzionerà?

"Proporremo un pacchetto di formazione in entrata: mai più succeda che un ragazzo come Yaya Yafa (ventiduenne della Guinea morto nel 2021 per un incidente nel suo terzo giorno di lavoro, ndr) muoia senza aver mai fatto un giorno di formazione".

Cos’altro?

"Organizzeremo dei seminari con le aziende e con gli Rls, concentrandoci anche sul tema della sensualistica. Il primo seminario sarà sulle buone pratiche di prevenzione insieme all’Ausl. In questo percorso è fondamentale il forte rapporto con i sindacati Cgil, Cisl e Uil".

E poi?

"Tremila impiegati sono immigrati, per questo faremo formzione linguistica sui temi della logistica e della prevenzione, che vorremmo sviluppare attraverso un’app. Ma la school ci dà la possibilità di andare a parlare di sicurezza nelle scuole e di promuovere nuove tecnologie. Il valore aggiunto dell’istituto è che la formazione sarà costante".

Il recente incidente di Firenze fa riflettere sul tema.

"Parliamo troppo di sicurezza quando ci sono degli incidenti e muoiono dei lavoratori. Morti che non si dimenticano, ma il tema passa in secondo piano. È qua che deve arrivare il cambiamento: la sicurezza deve diventare una priorità nel mercato del lavoro italiano. Quando si parla di lavoro, bisogna discutere di sicurezza prima di ogni cosa, insistendo sull’educazione dei lavoratori e sulla cultura delle imprese".

L’Emilia-Romagna in questo senso è virtuosa?

"Nel 2023 contiamo 91 morti e 64 mila denunce di infortunio. Il fenomeno non intende calare ed è molto preoccupante. Per fortuna, il piano regionale della prevenzione 2021-2025 è tra i migliori d’Italia: la Regione e l’Ausl stanno lavorando bene".

Sul tema lei lavora da sempre.

"Sono stato 25 anni nel sindacato, mettendo al centro la sicurezza sul lavoro. Durante la mia esperienza di presidente in Acer, poi, non ho contato nessun incidente sul lavoro. Abbiamo dato grande attenzione al tema degli appalti e dei subappalti, insistendo anche sul rispetto delle norme da parte dei lavoratori".

Mariateresa Mastromarino