"Smontiamo la crudeltà dei luoghi comuni"

Paolo Billi con il Teatro del Pratello da oggi all’Arena del Sole mette in scena ’Il pregiudizio spiegato a nonno Petrushka’

"Smontiamo la crudeltà dei luoghi comuni"

"Smontiamo la crudeltà dei luoghi comuni"

Cos’hanno in comune il burlesque in quattro scene ’Petruška’ di Igor’ Stravinskij e il divertissment (ironico e crudo) ’Il Pregiudizio spiegato a nonno Petrushka’ di Paolo Billi che va in scena da questa sera al 14 gennaio all’Arena del Sole? È un bel cortocircuito questo accostamento, ma gli spettacoli del direttore artistico e regista della Compagnia del Teatro del Pratello, ci ha abituati a punti di vista spiazzanti che pescano dalla tradizione culturale e artistica per parlare ai ragazzi contemporanei.

L’operazione più forte rimane sempre quella di far recitare i ragazzi dell’Istituto penale per i minorenni o quelli che sono in carico alle comunità e aprire loro una nuova visione del mondo. In questo caso quanto i pregiudizi compromettano la libertà di pensiero. E per la prima volta, quest’anno, in scena anche due ragazze: una di loro ha finito il suo tempo all’Istituto Penale minorile di Pontremoli, ma vuole continuare il lavoro con Paolo Billi.

Billi, lei usa il divertissment teatrale per parlare di una grande piaga della nostra società: il pregiudizio verso la donna. La narrazione della leggerezza per colpire forte?

"Il gioco è quello di mettere in paradosso il pregiudizio e quindi, affrontare la complessità del pregiudizio, come nasce e si costruisce. Non faccio un saggio di sociologia, ma parto dai luoghi comuni, dai proverbi, da quello che si dà per scontato. Lo spettacolo nasce da un lungo percorso che ha avuto diverse tappe, un laboratorio di scrittura nelle scuole superiori, con ragazzi degli istituti penali sia di Bologna che di Pontremoli, per poi andare a comporre un testo che è un condensato di luoghi comuni, alcuni tragici, che poi diventano pregiudizi nei confronti del femminile".

Il sermone non è più di moda?

"Per affrontare temi complessi credo sia importante giocare di sponda, non facendo i grandi sermoni, anche perché non ti ascolterebbe nessuno".

I pregiudizi in forma di proverbi verso il mondo femminile e il femminicidio che impera. Che ne pensa?

"Certo, è così. Sono partito da quelli che si considerano i ’sani proverbi’, e sulle donne ce ne sono davvero tantissimi, uno peggio dell’altro, tutti graziati da una franchigia che si deve alla tradizione popolare. ’Le femmine tengono le lacrime nella borsetta’, ’Femmina, cane e baccalà, per essere buoni vanno marchiati’ o ancora ’Femmine, asini e capre, tengono tutti la stessa testa’… detti della tradizione napoletana che strappano la risata ma che sono trementi. In questi ultimi anni il femminicidio si fa largo con più evidenza, ma purtroppo è sempre stato lì, questa è la tragedia. Io gioco con l’opera di Stravinskij e sulla fisicità che si articola e si scompone del ballerino-marionetta, che richiama a un certo tipo di movimento dei rapper, non per alleggerire la materia, ma per essere ancora più crudeli".

Benedetta Cucci