Strage alla stazione, la difesa di Bellini: “L’uomo in video non è lui”. L’attacco alla prova chiave

Gli avvocati: “L’orologio da polso di una donna dietro di lui segna le 13,15. E a quell’ora l’imputato era già in viaggio verso il Tonale con la famiglia”

Bologna, 17 gennaio 2024 – A due settimane dall’inizio del processo d’appello sulla strage del 2 agosto 1980 per Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, la difesa di Bellini afferma di aver trovato la prova che l’uomo ripreso in stazione la mattina dell’attentato e identificato dall’ex moglie dell’imputato, Maurizia Bonini, come l’ex esponente di Avanguardia nazionale, sarebbe in realtà un altro.

Strage, la difesa di Bellini: "L’uomo in video non è lui". L’attacco alla prova chiave
Strage, la difesa di Bellini: "L’uomo in video non è lui". L’attacco alla prova chiave

La prova, si legge nei nuovi motivi di appello depositati dai legali Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti, starebbe in un fotogramma del video girato dal turista Harald Polzer, di cui i due avvocati hanno ottenuto dall’Archivio di Stato la copia analogica. Nel processo di primo grado, conclusosi con la condanna all’ergastolo di Bellini come esecutore materiale della strage, la Procura generale ha sostenuto che la scena in cui compare l’uomo identificato come Bellini sarebbe stata girata una decina di minuti dopo l’esplosione della bomba (le 10.25), ma ora i legali evidenziano come "al minuto 17,03 del video appare sul primo binario, dietro all’anonimo, una signora con al polso sinistro un orologio che segna le ore 13.15". Dato che, per i difensori di Bellini, porta una "conseguenza di decisiva importanza, perché quell’orario è incompatibile con l’arrivo di Paolo Bellini a Rimini in uno qualsiasi degli orari indicati dalla ex moglie", ossia tra le 10.30-11 e le 11.30-12.

Dunque, per la difesa dell’imputato è invece "verosimile che Paolo Bellini, alle ore 13.15, fosse in auto con la moglie, i figli e la nipote verso il Passo del Tonale o addirittura in un ristorante per il pranzo, come ripetuto più volte in dibattimento dalla teste Bonini". Da qui la convinzione che "la presenza dell’anonimo alla stazione sul primo binario alle 13.15, in base all’ora segnata sull’orologio della signora anonima, privi di ogni valore probatorio il riconoscimento operato da Maurizia Bonini", definito senza mezzi termini una "prova dichiarativa ritenuta granitica" che ora "si è miseramente sfarinata".

Per Capitella e Fiormonti, in sostanza, "l’anonimo ripreso da Polzer non può essere Bellini, che a quell’ora, a prescindere dall’ora di arrivo a Rimini, si trovava in viaggio". Bonini, attaccano i legali, "ha mentito o, nella migliore delle ipotesi, ha preso un abbaglio". In conclusione, la difesa chiede alla Corte di acquisire la copia analogica del filmato e nominare un perito che svolga le stesse operazioni della difesa, per rilevare l’orario sull’orologio della signora".