Suviana, l’inchiesta. L’Ausl sente i feriti. E studia la ’storia’ dell’impianto di Bargi

Acquisite le relazioni dei medici incaricati della prevenzione da Enel. Le deleghe formalizzate dai pm a carabinieri, Nil e vigili del fuoco.

Suviana, l’inchiesta. L’Ausl sente i feriti. E studia la ’storia’ dell’impianto di Bargi

Suviana, l’inchiesta. L’Ausl sente i feriti. E studia la ’storia’ dell’impianto di Bargi

Si entra sempre più nel vivo dell’inchiesta per omicidio e disastro colposi aperta dalla Procura sulla strage di Bargi, nella centrale idroelettrica di Enel Green Power affacciata sul lago di Suviana a Camugnano. Sette vittime, cinque feriti, un’intera comunità segnata per sempre dalla tragedia.

Ieri mattina, durante un summit con il procuratore capo Giuseppe Amato e il sostituto Flavio Lazzarini, sono state formalizzate le deleghe agli inquirenti già anticipate nei giorni scorsi. In campo ci sono dunque i carabinieri del Nucleo investigativo, incaricati come prima cosa di raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti: dopo i primi contatti presi nei giorni scorsi con i sei lavoratori illesi, ora tocca ai feriti meno gravi rendere le loro testimonianze.

E i primissimi contatti sono avvenuti già nelle prime ore dopo lo scoppio, con i sei lavoratori e anche con i feriti meno gravi dell’esplosione, sentiti anche dai medici della prevenzione degli infortuni sul lavoro dell’Ausl. Anche l’Azienda sanitaria infatti è stata incaricata dalla Procura di attivarsi sulla vicenda, in particolare con la Medicina del lavoro che fa capo al Dipartimento di sanità pubblica guidato da Paolo Pandolfi. In particolare, con il suo team multidisciplinare composto da medici, ingegneri (competenti per gli impianti e i dispositivi anti-infortunistica), un chimico (che ha analizzato la presenza di fibre d’amianto e vagliato l’eventuale presenza di sostanze tossiche nella centrale, dopo l’incidente) e un tecnico incaricato della prevenzione (una mansione specifica che si occupa di sicurezza sul lavoro a 360 gradi), l’Azienda sanitaria è incaricata di fare luce sull’accaduto basandosi sull’analisi dei dispositivi di sicurezza prima e durante l’accaduto. E sui racconti dei testimoni. E mentre i medici esterni cui si affidava Enel per i corsi sulla sicurezza, sul primo soccorso e affini da fare seguire ai dipendenti (la cosiddetta medicina preventiva) le hanno già fornito le proprie relazioni in merito, i testimoni illesi o feriti meno gravi sono stati sentiti già nelle prime ore dopo la tragedia. Nonostante lo choc e il dolore del lutto, hanno dato le loro prime versioni dei fatti. Raccontando del "rumore assurdo" che ha preceduto l’irreparabile. Delle "felpe tirate sul naso" per evitare di inalare la nube di fumo che saliva dal piano -8. Del terrore per i colleghi intrappolati ai piani più bassi. Inoltre, l’Ausl è incaricata di vigilare sull’intervento attualmente in corso sul sito, perché i vigili del fuoco incaricati di svuotare i piani ancora allagati e gli stessi inquirenti, quando toccherà a loro per i sopralluoghi, possano agire senza pericolo.

Le altre deleghe la Procura le ha affidate al Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri, che dovrà fare luce sui rapporti di lavoro tra Enel e le ditte coinvolte nei lavori in corso sulle turbine, con contratti d’appalto e subappalto, e sul rispetto delle norme a riguardo; naturalmente sono poi al lavoro i vigili del fuoco, ancora impegnati a Bargi nel tentativo di svuotare dall’acqua i piani sotterranei che si sono allagati dopo l’esplosione.

Tutte queste attività saranno coordinate dai carabinieri della polizia giudiziaria.

Solo in un secondo momento, se sarà ritenuto necessario, potrebbe entrare in gioco anche la Guardia di finanza, per eventuali approfondimenti sulle società coinvolte.

Nel frattempo, mentre si attende di poter effettuare i sopralluoghi e di analizzare la Scada, la ’scatola nera’ della centrale – un sistema che monitora e registra tutte le operazioni nell’impianto –, il fascicolo resta contro ignoti. Ma non è detto che a breve non vengano iscritti i primi indagati, quantomeno per permettere loro di partecipare con consulenti propri a esami irripetibili necessari alle indagini in corso. Proprio per questo, dall’altro lato, i familiari delle vittime e i lavoratori sopravvissuti si stanno muovendo per nominare legali che possano affiancarli in quanto parti offese.

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