Tar, l’allarme del presidente: "Alluvione, i ricorsi aumenteranno"

I numeri del tribunale regionale: nel 2023 depositate quaranta cause in meno, ma crescono gli arretrati. Paolo Carpentieri: "Problema cronico di inadeguatezza dell’organico, che continuerà a rallentarci".

Tar, l’allarme del presidente: "Alluvione, i ricorsi aumenteranno"

Tar, l’allarme del presidente: "Alluvione, i ricorsi aumenteranno"

A livello regionale "si profila la possibilità di un incremento del contenzioso per la ricostruzione post alluvione". Sono le parole del presidente del Tar, Paolo Carpentieri, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. "Personalmente – continua – credo che la laboriosità di questi territori, dove la gente non perde tempo a litigare, ma preferisce impegnarsi a risolvere i problemi e non a crearli, farà da freno a questo possibile incremento del contenzioso".

Più in generale, Carpentieri sottolinea come "siamo chiamati ad agire con uno strumentario spesso inadeguato perché l’evoluzione dei costumi, delle idee, delle prassi corre a una velocità pazzesca", mentre la legge è spesso ‘superata’. Questo implica che la giustizia amministrativa venga percepita come "una complicazione, uno dei tanti aspetti odiosi della burocrazia, che frenano la crescita e lo sviluppo. Non è così".

Il presidente del Tar regionale ha poi snocciolato i numeri relativi all’andamento dell’attività giurisdizionale: "Nel 2023 – afferma – il numero complessivo dei ricorsi pendenti, che ha segnato negli ultimi anni un forte trend discendente, presenta un lievissimo incremento: siamo passati dalle 2.028 cause pendenti a fine 2022 alle 2.098 a fine anno scorso, con un aumento di 70 cause". Un leggero incremento, quindi, che è dipeso essenzialmente "dalle scoperture che si sono verificate nell’organico del personale di magistratura e che probabilmente proseguiranno anche per questa prima metà del nuovo anno". L’ultimo concorso per l’assunzione di referendari di Tar, però, è in via di conclusione ed entro giugno "dovremmo avere opportune integrazioni con l’arrivo di altri magistrati".

Nonostante "un problema, ormai cronico, di inadeguatezza dell’organico, soprattutto del personale di magistratura, che ci penalizza e che probabilmente non ci consentirà di marciare più veloci e di raggiungere risultati ancora più performanti", Carpentieri confida di "poter assicurare numeri in crescita, o quanto meno di mantenere i livelli attuali, comunque molto elevati". In vista c’è anche una riorganizzazione "per raggruppare gruppi omogenei di cause che possano essere chiamate alla stessa udienza, tramite la previsione di ruoli aggiunti esplorativi per le cause più vecchie", quelle del 2020 e del 2021, per "una loro sollecita definizione". Chiara Caravelli