Tentato omicidio di via Rialto La difesa: "Vizio parziale di mente" Chiesta la perizia psichiatrica

Sferrò dieci colpi di forbice alla gola della compagna davanti ai loro tre figlioletti la Vigilia di Natale. Il suo avvocato fa istanza di rito abbreviato condizionato all’esame delle condizioni mentali dell’imputato.

Tentato omicidio di via Rialto  La difesa: "Vizio parziale di mente"  Chiesta la perizia psichiatrica

Tentato omicidio di via Rialto La difesa: "Vizio parziale di mente" Chiesta la perizia psichiatrica

Potrebbe essere sottoposto a una perizia psichiatrica che valuti se, al momento della brutale aggressione alla sua ex compagna a colpi di forbici alla gola il giorno della Vigilia di Natale di fronte ai loro tre bambini, "sussistessero elementi tali da scemarne grandemente la capacità di intendere e di volere". Come un’alterazione dovuta a patologie mentali o dall’assunzione di "un mix esplosivo di alcol e stupefacenti", come stabilì l’esame tossicologico. È questa la richiesta dell’avvocato Matteo Sanzani a condizione del rito abbreviato per il suo assistito F. M., il marocchino di 32 anni accusato di avere tentato di uccidere con dieci colpi di forbice la madre dei suoi figli, la ventiseienne Giorgia ora difesa dall’avvocato Donata Malmusi. Se la perizia verrà accordata e i periti confermeranno l’ipotesi del vizio parziale di mente, sarebbe un’attenuante per il trentaduenne, che resterebbe comunque imputabile.

L’udienza avanti al giudice per le indagini preliminari Grazia Nart sarà il 9 novembre prossimo: lì, il giudice deciderà se accogliere la richiesta di rito condizionato o istituirne uno ’semplice’. La Procura, con i pm Nicola Scalabrini e Antonello Gustapane, ai primi di luglio aveva chiesto e ottenuto dal gip Sandro Pecorella che fosse disposto il giudizio immediato per l’imputato e l’udienza era stata fissata a fine settembre; ma a fronte della richiesta della difesa, è tutto slittato a questo nuovo passaggio.

Un riepilogo. Era la mattina della Vigilia di Natale quando il marocchino, già alterato da alcol e stupefacenti dopo una serata fuori con alcuni amici, bussò alla porta del bed and breakfast di via Rialto in cui la compagna e i suoi tre bambini si erano trasferiti da pochi giorni. La donna, vedendolo in quello stato, gli chiese di non assumere più droga, nello specifico la cocaina che teneva in un sacchetto, di fronte ai piccoli: richiesta che però scatenò la furia dell’uomo, che si avventò su di lei prima cercando di strangolarla con un asciugamano, poi sferrandole i fendenti alla gola. Il tutto sotto gli occhi attoniti e terrorizzati dei tre figlioletti di due, sei e otto anni. Fu proprio quest’ultimo a dare l’allarme permettendo che la mamma fosse soccorsa in tempo e avesse salva la vita. Il piccolo infatti prima videochiamò il nonno ("Corri, papà sta ammazzando la mamma"), poi corse in strada gridando aiuto e attirando l’attenzione di un passante, che chiamò il 118. La giovane madre venne così ricoverata all’ospedale Maggiore in condizioni che parevano disperate, ma dopo un delicatissimo intervento chirurgico si riprese e venne dimessa un mese dopo.

Il trentaduenne, oltre che del tentato omicidio della compagna, è accusato pure della rapina dell’auto con cui dopo il fatto aveva tentato la fuga, andandosi però ben presto a schiantare contro un’impalcatura del cantiere allora presente in via de’ Carbonesi, e per le lesioni e la resistenza nei confronti dei poliziotti che lo avevano arrestato, dopo il suo tentativo di scappare a piedi verso piazza Galileo Galilei, proprio dove ha sede la Questura, e dell’operatore del 118 che aveva tentato di sedarlo. L’accusa di tentato omicidio è aggravata dai futili motivi, dal legame affettivo con la vittima, dalla crudeltà e dall’aver agito di fronte a minori.

Federica Orlandi