Un giro di vite sul sistema degli affitti brevi

La Guardia di Finanza ha controllato 3.800 strutture extra alberghiere a Bologna: solo 2.000 sono risultate in regola, evidenziando una gestione irregolare del 47%. Sanzioni e regole più severe possono attenuare il fenomeno.

A Bologna sono state controllate 3.800 strutture extra alberghiere utilizzando il metodo dell’incrocio di vari dati e soltanto 2.000 sono risultate in regola. Quindi significa che il 47% delle strutture poste sotto la lente sono gestite in modo irregolare e destinate soprattutto al turismo mordi e fuggi. Oltre al recupero di circa due milioni di euro di tasse non pagate, tutto ciò evidenzia pesantemente che il settore degli affitti brevi va regolato meglio e controllato ancora di più. I furbetti ci saranno sempre, ma con severità e regole che possano indurre a rendere più trasparente il settore si può riuscire ad attenuare un fenomeno che è andato oltre i limiti. Qualcuno propone di rendere noti i nomi dei proprietari che fanno i furbi. È una gogna inutile e non consentita dalla legge. È sufficiente applicare con rigidità le norme e le sanzioni (pesanti) già previste per mettere ordine nella giungla degli affitti brevi o brevissimi. La Guardia di Finanza nell’operazione di cui sopra ha individuato un soggetto che da solo ha fatto registrare 800mila euro di incassi non dichiarati al fisco. Una specie di holding dei soggiorni brevi che agiva per sé stesso e per conto di altre persone. La Gdf ha fatto bene il proprio mestiere, ma forse sarebbe il caso di studiare insieme agli altri enti cittadini un sistema di controllo e monitoraggio più a monte per fermare un meccanismo che riguarda non solo Bologna.

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