FRANCESCO PANDOLFI
Cronaca

Bologna, Villa Salus fra spaccio e degrado

Residenti preoccupati: "Ci paghiamo le guardie giurate"

Bologna, Chokri Aruwani lavora in via Malvezza (Foto Schicchi)

Bologna, Chokri Aruwani lavora in via Malvezza (Foto Schicchi)

Bologna, 10 luglio 2016 - Le recinzioni divelte, i pannelli di metallo a protezione degli ingressi rimossi, le finestre spalancante. Villa Salus è occupata. Di nuovo. Non una novità, appunto, se si tiene conto che l’edificio di via Malvezza, abbandonato dal 2007 e di proprietà del Comune, è stato più volte invaso da zingari e sbandati e poi puntualmente sgomberato e messo in sicurezza, ma senza nessun risultato. Entrare nel cortile di Villa Salus è semplicissimo. Le recinzioni poste a protezione tra l’edificio abbandonato e il parcheggio della casa di riposo San Petronio sono state totalmente divelte.

Una volta dentro, passeggiando lungo il vialone che conduce all’ingresso di Villa Salus si può trovare di tutto: portafogli abbandonati, portachiavi con su scritto ‘proprietà comunale’, cavi elettrici da cui è stato prelevato il rame per venderlo. Le finestre ai piani superiori sono spalancate, mentre i pesanti pannelli di metallo agli ingressi del piano terra sono stati spaccati, altri totalmente rimossi, e da lì, con ogni probabilità, i nuovi inquilini hanno trovato un facile accesso alla struttura, senza aver avuto neanche il bisogno di rompere la serratura blindata della porta d’ingresso, come già accaduto in passato.

«I nomadi che occupano Villa Salus entrano dal retro, li ho visto io in cinque o sei passare dalle finestre – spiega Chokri Aruwani, 50 anni, che lavora a due passi da via Malvezza –. Entrano, portano via di tutto, come il rame, e lo stesso fanno dai binari della ferrovia che passano qui vicino». I residenti della zona, infatti, da circa quindici giorni notano uno strano via vai di persone che arrivano con dei furgoni su cui vengono caricati oggetti e rame prelevati dall’edificio abbandonato. Il tutto avviene di notte, e per non dare nell’occhio i nuovi abitanti di Villa Salus non passano dal cancello principale di via Malvezza, bensì dal retro, una stradina che affaccia sui campi della zona, dove gli occupanti hanno realizzato una specie di scivolo, utilizzando gli scuri delle finestre rimosse da Villa Salus, per superare la folta vegetazione e creare una sorta di accesso diretto a quella che è la loro nuova casa.

«Io vedo sempre queste persone attraversare i campi portando con sé delle cose – racconta una signora che abita in zona e che preferisce restare anonima per evitare ripercussioni –. Quella struttura, inoltre, è diventata anche la centrale della droga, trovano rifugio i tossici e i pusher che poi durante il giorno vanno a spacciare in strada». La paura, infatti, è che oltre a essere trasformata in un rifugio notturno, Villa Salus possa fungere da base per le attività di delinquenza. «Per poter avere un po’ di tranquillità pago una guardia privata che viene di sera a controllare che tutto sia in ordine e se esco fuori a cena sono costretta a farmi riaccompagnare fin dentro casa. Se voglio vivere senza pensieri questa è l’unica soluzione – conclude la residente –. Il Comune ci ha letteralmente abbandonati, perché non è possibile che ogni tre-quattro mesi Villa Salus torni a essere occupata».