Violentò e sequestrò la moglie: in carcere

Arrestato dai carabinieri un trentacinquenne marocchino. Deve scontare una pena residua di 2 anni e 7 mesi per i fatti del 2019

Violentò e sequestrò la moglie: in carcere

Violentò e sequestrò la moglie: in carcere

Maltrattamenti in famiglia, lesioni, violenza sessuale e sequestro di persona. Questi i reati attribuiti a un trentacinquenne di origine marocchina, arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri di Bologna a seguito di un provvedimento definitivo. I fatti risalgono all’ottobre 2019 quando l’uomo, all’epoca trentaduenne, finì in carcere dopo la denuncia della compagna, una sua connazionale di 28 anni (oggi 32). La giovane era costretta a una vita di terrore, con botte e vessazioni continue: i maltrattamenti e gli abusi non si fermavano nemmeno durante la sua gravidanza.

Il piano messo in atto dal trentacinquenne (all’epoca vennero indagati anche il padre e il fratello di lui, rispettivamente 64 e 36 anni, per sequestro di persona, ndr) prevedeva una moglie ubbidiente che assecondasse tutti i suoi desideri senza opporre resistenza. L’orrore avveniva tra le quattro mura di casa, dove l’uomo aveva segregato la compagna, picchiandola e violentandola per mesi. Ma il dramma che la donna era costretta a sopportare non finiva qui. Sia il compagno che i parenti di lui, volevano a tutti i costi che la giovane abortisse, arrivando anche a somministrarle degli infusi a base di erbe.

Dopo la denuncia (la prima avvenne a giugno 2019), la donna venne accompagna dai militari dell’Arma in una struttura protetta, da cui però uscì, a seguito delle continue pressioni e bugie del compagno, agli inizi di agosto. Ma una volta tornata a casa, l’orrore riprese come nei mesi precedenti. La ragazza, infatti, venne di nuovo costretta ad avere rapporti sessuali, con la complicità di suocero e cognato che la chiudevano a chiave in stanza per non darle la possibilità di chiedere aiuto. E poi ancora botte e vessazioni.

In quel momento la giovane si era rivolta nuovamente ai carabinieri e poco dopo era tornata in comunità. L’uomo finì in carcere, mentre per il padre e il fratello del trentacinquenne scattò il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Nei giorni scorsi, l’uomo è stato arrestato a Bologna (in questi anni si era spostato da Crevalcore verso la città) dai militari dell’Arma e trasferito in carcere dove dovrà scontare una pena residua di 2 anni e 7 mesi.

Chiara Caravelli

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