
Le ragazzine sono state ascoltate dai carabinieri che hanno fermato l’uomo
Tempera
Era il loro allenatore. Si fidavano di lui. E lui ha usato questa sua posizione per adescarle e per abusare di loro. Spingendo persino una delle ragazzine ad avere il primo rapporto sessuale della sua vita, completo, con lui. Un trentenne siciliano, allenatore di una squadra cittadina di pallavolo under 14, è stato arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri della compagnia Bologna Centro, al termine di una complessa e delicata indagine, coordinata dalla pm Silvia Baldi, partita dalla denuncia presentata dai genitori di una delle ragazzine, tutte tredicenni, vittime delle attenzioni morbose dell’uomo.
Un’indagine che comincia da un bigliettino, trovato dalla mamma di una delle tre nel suo diario. Un foglio di quaderno ripiegato, di quelli che si passano le compagne di banco per parlare senza essere notate dall’insegnante: questo scambio di messaggi risulta subito inquietante. La ragazzina, infatti, racconta all’amica delle avances ricevute dall’allenatore, con battute sessuali allusive a cui l’altra risponde chiedendole dell’aspetto dell’uomo. La mamma si confronta con altri genitori. Iniziano a emergere i primi racconti di quello che succedeva tra la palestra e i social. E il bigliettino finisce immediatamente sul tavolo dei carabinieri, che da lì hanno iniziato a delineare i contorni, sempre più gravi e allarmanti, della vicenda. Che sarebbe cominciata lo scorso autunno, quando l’uomo ha iniziato ad allenare la squadra di un quartiere della periferia. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, attraverso l’analisi delle centinaia di chat intercorse tra l’insegnante e le minorenni, delle conversazioni tra loro sui social, l’uomo da subito inizia a pressare le giovanissime pallavoliste. Le tre ‘preferite’ diventano oggetto di attenzioni speciali prima, avances poi. Fino a sfociare in vere e proprie violenze sessuali.
Dalle testimonianze delle vittime e delle altre compagne di squadra, emerge per i carabinieri un quadro chiaro del tipo di rapporto che l’allenatore aveva instaurato con le tre adolescenti. Con un primo approccio da ‘educatore comprensivo’, avrebbe carpito la loro fiducia; con i complimenti, la loro attenzione. Il trentenne le segue sui social, scrive loro di continuo, monitora cosa fanno, dove vanno, anche in vacanza. Fino a instaurare un rapporto di intimità tale da chiedere loro di inviargli foto nude, di masturbarsi in videochiamata. Salvo poi raccomandarsi con le giovanissime di cancellare le conversazioni, utilizzare la modalità effimera per le foto, eliminare la cronologia dai cellulari, così da non lasciare traccia di quello che sapeva essere non solo un comportamento indegno, ma anche un reato gravissimo. Spudorato, esprime, con parole esplicite, il desiderio di avere con loro rapporti sessuali. Anzi, chiede di essere il primo. Una delle ragazzine cade in questa trama, si invaghisce di lui e accetta tutte le sue richieste, con la fragilità dei suoi 13 anni. E, stando alle risultanze dell’inchiesta, che ha portato il gip a firmare l’ordinanza di custodia cautelare, finisce per avere più rapporti sessuali con lui. La maggior parte delle volte è la ragazzina a recarsi a casa dell’uomo. In un caso, il rapporto avviene a casa di lei. Con le altre ‘prede’ non ci riesce. Riesce però a farsi mandare foto, a intrattenere conversazioni a sfondo sessuale e, in una circostanza, durante un allenamento in palestra, arriva a stringere in un abbraccio troppo spinto una delle altre giovani, sussurrandole richieste hot.
Circostanze dettagliate, confluite nell’inchiesta per violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, non ancora quattordicenni, e dell’abuso di autorità. L’uomo risponde anche di adescamento di minore e pornografia minorile. Forse intuendo che qualcosa si trava muovendo, il trentenne nei mesi scorsi ha lasciato Bologna, dove viveva e lavorava da un paio d’anni. Le manette sono comunque arrivate: i militari dell’Arma lo hanno raggiunto negli scorsi giorni in Sicilia dove hanno eseguito la misura degli arresti domiciliari disposta dal giudice.