Zoo d’artista a Palazzo Albergati. Si apre il Giardino delle meraviglie

Al via ‘Animali Fantastici’ con quadri, sculture, musica e ambientazioni grafiche di 23 interpreti italiani. Siena (Arthemisia): "Fra mostra e intrattenimento. In anteprima a Bologna, città vivace ma anche critica".

Zoo d’artista a Palazzo Albergati. Si apre il Giardino delle meraviglie

Zoo d’artista a Palazzo Albergati. Si apre il Giardino delle meraviglie

Quanto tempo sembra passato da quando alle mostre, tra musei e spazi espositivi, era vietatissimo fare le foto? Roba di un secolo fa, qualcuno potrebbe dire… ricordando male. In certi spazi, magari istituzionali, valeva negli anni Dieci del Duemila, poi i social hanno ribaltato la modalità dello sguardo e oggi prima posti – sei invitato a farlo –, poi guardi. Succede un po’ ovunque e anche a Palazzo Albergati per l’esposizione Animali Fantastici. Il Giardino delle Meraviglie, aperta da oggi, dove 23 artisti italiani divengono protagonisti – come attori, in un certo senso – di questa film-mostra, come amano chiamarla Gianluca Marziani e Stefano Antonelli chiamati alla curatela da Iole Siena, presidente di Arthemisia, che qui a Bologna viene lanciata in anteprima per poi andare nel mondo. "Fotografa e fatti fotografare", suggerisce il cartello in ogni sala che contribuisce, con le opere, a costruire uno ‘zoo d’artista’ tra sculture, quadri, ambientazioni grafiche, musica, suoni, luci. Così le opere d’arte perdono un po’ del loro enigma concettuale per diventare alla portata di tutti, per di più in una cornice che a ogni costo desidera infondere bellezza, suggestione, per saltare insieme nella bolla temporale, in un multiverso che porti via per un po’ dal qui e ora faticoso. Come non dare torto a questo fine. Del resto è la stessa presidente a ricordare come la società Arthemisia sia da sempre guidata dalla missione di far avvicinare più gente possibile all’arte, allontanandosi da un linguaggio ostico. "Arte, intrattenimento, edutainment – spiega Siena– questa non è esattamente una mostra e nemmeno del tutto intrattenimento per famiglie e bambini". E continua: "Lo presentiamo a Bologna perché è una città vivace ma anche critica, vedremo le reazioni".

Sono 90 gli animali di questo ‘superzoo’ "che è la perfetta metafora– raccontano i curatori – di un mondo dove le enormi diversità e la molteplicità linguistica si sciolgono in una gigantesca famiglia allargata". Un’arca di Noè in cui salgono, tra gli altri, una giraffa Marilyn di Sandro Gorra con le macchie che si alzano come la famosa gonna dell’attrice, stimolate dall’aria, un caimano formato da 360 coccodrilli in alluminio di Giovanni Albanese, tartarughe felici in cera e lampadine di Claudio Abate, la testa di un cavallo in legno, vetroresina, neon e muschio di Andrea Adriani, il Conigliesco in ceramica Superego di Massimo Giacon, un velociraptor in legno paulownia rosso e una tarantola gigante di Giorgio Lupattelli, un gorilla di Big Babol di Maurizio Savini, in quel rosa che rappresenta "il rimosso freudiano nell’arte", la tinta dai mille pregiudizi, e che l’artista adorna con una bandiera dell’Europa. Chi riuscirà a resistere al selfie?

Benedetta Cucci

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