Pierluigi Stefanini: "Nessun legame opaco fra Unipol e la candidatura di Lepore"

Il presidente del colosso assicurativo bolla come "intollerabili e maldestre" le dichiarazioni di esponenti del centrodestra

Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol, leader nel ramo assicurativo danni

Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol, leader nel ramo assicurativo danni

Bologna, 28 settembre 2021 - Nel centrodestra lo indicano come il deus ex machina della politica bolognese legata al Pd. E, più in generale, alla sinistra. La figura che, dietro le quinte, non da oggi, suggerisce – o addirittura sceglie – il candidato sindaco di turno. Riuscendo così a influenzare e indirizzare l’azione amministrativa di Palazzo d’Accursio. Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol, è stato di recente chiamato in causa da Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, in merito alla candidatura di Matteo Lepore. "Una candidatura coltivata in vitro da Stefanini", ha affermato Cangini.

Presidente Stefanini, sono dichiarazioni pesanti. Che cosa ne pensa? "Trovo francamente intollerabile che ci sia, da parte di alcuni, il tentativo – assai maldestro – di adombrare un legame opaco e sotterraneo fra il Gruppo che ho l’onore di presiedere e la candidatura a sindaco". Non è da oggi, lei lo sa bene, che questa tesi viene sostenuta in città. "Mi limito a ricordare che, nel ramo assicurativo danni, Unipol è il Gruppo leader, con 16 milioni di clienti. Trovo sconsolante insinuare che abbia necessità di avere legami nascosti, o peggio clientelari, per cercare di indirizzare la politica della città". Ritiene Lepore un candidato sindaco debole, quindi facilmente manipolabile, se sarà eletto? "Sono davvero dispiaciuto che in questa competizione politica si usino argomenti di così basso livello. Descrivere Lepore come un futuro sindaco teleguidato da Unipol è una grave mancanza di rispetto, prima di tutto per il proprio avversario politico. E anche per le tantissime persone che, con convinzione, adesione politica e ideale, sostengono la candidatura a sindaco di Lepore. Ma non è solo questo...". Di cos’altro si tratta? "Trovo infantile, quasi una forma di razzismo culturale, lanciare sospetti infondati nel tentativo di condizionare e inibire la libertà di espressione di persone e di organizzazioni. Lo abbiamo visto anche a proposito della cooperazione, come se esistesse un sistema di potere sotterraneo che prescinde dal valore straordinario che migliaia di cooperatori e lavoratori producono per il benessere economico, sociale e culturale del nostro territorio e del Paese". Per chi voterò il 3 e 4 ottobre? "Mi sono fatto un’idea in queste ultime settimane. Ma credo che il mio voto non interessi a nessuno. Mi limito a rilevare che ci sono le condizioni perché la nostra città continui, sviluppi e innovi il percorso su cui è incamminata". Auspica dunque continuità con i mandati del sindaco Merola? "Credo si debba fare leva sui risultati dell’amministrazione uscente guidata da Merola, sapendo però cogliere anche sfide nuove. Sarà importante riuscire a dare a questo territorio sempre maggiore peso, influenza e ruolo in una dimensione nazionale e internazionale". Chi può interpretare questo rilancio della città sul piano internazionale? "Gli attori non mancano. Bologna ha tante realtà di eccellenza che, per timidezza, sobrietà o eccesso di modestia, si proiettano poco su palcoscenici più vasti". I sondaggi danno Lepore e il centrosinistra vincenti al primo turno. Si fida? "Credo sia bene essere prudenti. Non bisogna mai dare nulla per scontato. I sondaggi danno indicazioni utili, ma il modo più intelligente di rispettare gli elettori è essere prudenti". Se dovesse dare un suggerimento al prossimo sindaco, chiunque sarà? "Gli (o le) direi di investire nella democrazia quale unica forma in grado di soddisfare con equilibrio i bisogni di libertà, benessere materiale e occasione di crescita culturale". A Bologna c’è un interessante e complesso mix di realtà pubbliche e private. Come, secondo lei, va sviluppato il rapporto f ra loro? "Bisogna senza dubbio lavorare per aumentare la collaborazione fra istituzioni pubbliche e soggetti privati. Mi rifaccio all’Enciclica Laudato sii , di Papa Francesco: ogni parte in causa deve mettersi in discussione; il privato deve capire la complessità del ruolo dell’istituzione pubblica, il pubblico deve capire l’importanza e l’utilità della produzione di valore dei privati, a disposizione della comunità".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro