Torri Bologna, test sulla stabilità: "Come i girasoli"

Anche sull’Asinelli un pendolo misurerà gli spostamenti. Trombetti (Unibo): "Si muovono, ma in dieci anni nessun campanello d’allarme"

Sulla Garisenda saranno installate quattro termo-sonde e quattro estensimetri

Sulla Garisenda saranno installate quattro termo-sonde e quattro estensimetri

Bologna, 11 novembre 2021 - Sotto le Due Torri non c’è d’aver paura. Anzi, per tenere d’occhio eventuali spostamenti, a causa di cedimenti del terreno o vibrazioni, verrà presto installato un pendolo sulla Asinelli. Di cosa si tratta? "Di uno strumento che consente di avere una lettura da remoto dei movimenti che la torre subisce", spiega l’architetto Faustini Fustini, direttrice del settore di manutenzione del dipartimento Lavori Pubblici del Comune. I movimenti di cui parla l’architetto fanno riferimento, ad esempio, alle escursioni termiche che le torri subiscono sia quotidianamente che annualmente in base all’andamento stagionale. "Il pendolo acquisisce dati ogni tot di tempo – sottolinea – e questi vengono poi memorizzati in un database che ci consente di osservare e tenere sotto controllo tutte le rotazioni che normalmente le torre ha".

L’anno scorso, tra l’altro, un pendolo è stata già installato sulla Garisenda e, attualmente, "ci sta fornendo dei dati molto confortanti sulla rotazione della torre". Per sottolineare l’importanza dell’installazione Fustini ricorda che, grazie al primo pendolo, "siamo stati in grado di capire che la torre ruota su sé stessa in maniera regolare, ovvero nell’arco di 24 ore possiamo notare come parta da un punto zero per ritornare, poi, esattamente in quel punto. Aggiungendone un altro sulla Asinelli vogliamo, semplicemente, assicurarci che si comporti allo stesso modo della Garisenda".

Ad approfondire il concetto di ’rotazione’ delle torri è il professore dell’Alma Mater, Tomaso Trombetti. L’ingegnere che dal 2010 è responsabile scientifico della convenzione stipulata tra il Comune e il Dicam sulla situazione statico-strutturale del monumento. "I sensori montati sulle torri – commenta Trombetti – ci mostrano come la struttura si comporti proprio come un girasole che, quotidianamente, si muove in base al sole". Oltre ai movimenti giornalieri però (come accennava Fustini) le torri subiscono anche dei movimenti stagionali. "Si notano delle chiare differenze tra estate e inverno – precisa l’ingegnere –. In base all’alternarsi delle stagioni varia l’inclinazione e questo dipende sia dalle condizioni del sottosuolo che dal variare delle temperature". Ma è proprio qui che il lavoro di lettura e interpretazione dei dati di cui si occupa il dipartimento di ingegneria diventa fondamentale: "Dobbiamo stare attenti per intravedere delle possibili variazioni. Questo perché, ad esempio, se le inclinazioni di febbraio noi coincidono con quelle dello stesso mese degli anni precedenti allora scatta un campanello d’allarme". Ma in oltre dieci anni di osservazione, ribadisce Trombetti, non è mai stata rilevata nessuna brusca variazione, "nemmeno in occasioni di eventi sismici come quelli del 2012". Tuttavia, quello che il dipartimento sta osservando, è il "naturale processo di invecchiamento delle torri. Un’evoluzione temporale dalla quale sono scattati vari interventi di prevenzione, più che di correzione". Trombetti cerca di semplificare con una metafora: "Quando una persona invecchia si tiene sotto controllo per essere pronti a intervenire subito, soprattutto sapendo come e dove".

Oltre al pendolo sulla Garisenda saranno installate quattro termo-sonde e quattro estensimetri in corrispondenza degli spigoli esterni del basamento. Un intervento sul quale il Comune ha investito più di 48mila euro per proseguire le indagini di controllo che, già nel 2018, erano state intensificate in seguito alla registrazione di dati che indicavano un aggravio della situazione. Aggravio che l’architetto Fustini definisce ormai "risolto e tenuto sotto controllo", al quale, però, sta ancora lavorando il cantiere sotto le torri. "Quel possibile rischio – toglie ogni dubbio Fustini –, era dovuto al basamento in selenite, ora il cantiere sta procedendo con interventi di consolidamento".

Poi l’archietto giustifica i lunghi tempi dei lavori: "Tutte le volte che si fa un piccolo intervento è necessario un periodo di stasi, perchè dobbiamo raccogliere i dati e capire se, con gli interventi apportati, siano poi uguali o quasi a quelli prima delle modifiche effettuate".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro