ANDREA BONZI
Politica

Europee, l’Ascom ospita i candidati. Case green, burocrazia, migranti. I commercianti: "Difendete l’Italia"

Gli aspiranti europarlamentari a confronto. Cavedagna (FdI): "Non tutti fanno gli interessi del Paese". Basso (Lega) è d’accordo. E Bonaccini (Pd) attacca: "Vannacci? Giudica guardando al colore della pelle"

Da sinistra: Federico Pizzarotti (Azione), Ugo Biggeri (M5s), Francesca Stifano ed Enrico Postacchini (Confcommercio), Stefano Cavedagna (FdI), Guglielmo Garagnani (FdI), Rosaria Tassinari (FI), Alessandra Servidori (FI), Stefano Bonaccini (Pd)

Da sinistra: Federico Pizzarotti (Azione), Ugo Biggeri (M5s), Francesca Stifano ed Enrico Postacchini (Confcommercio), Stefano Cavedagna (FdI), Guglielmo Garagnani (FdI), Rosaria Tassinari (FI), Alessandra Servidori (FI), Stefano Bonaccini (Pd)

Bologna, 24 maggio 2024 – "Una raccomandazione agli amici candidati: verrete selezionati dagli elettori per giocare in Europa, ma dovete tenere a mente che la vostra maglia resta quella azzurra, dell’Italia. E dovete difendere gli interessi delle imprese tricolori". Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio-Ascom, va dritto al punto e parla agli aspiranti europarlamentari riunite nella sede dell’associazione.

Qui sta il tema del confronto, aperto dalla relazione dalla direttrice delle Relazioni istituzionali, Francesca Stifano. La quale ha illustrato ’L’Agenda del terziario’, una sorta di manifesto con cui i commercianti indicano i punti qualificanti per decidere il voto: dallo Small business act, al turismo sostenibile, dagli incentivi alla digitalizzazione a quelli per l’imprenditoria femminile, oltre alla gradualità nell’applicare le misure green.

"Il ministro Salvini dice che Vannacci prenderà più voti di me? Questo lo decideranno gli elettori. Di sicuro, io e il generale siamo uno l’opposto dell’altro: io giudico le persone per quello che fanno, lui per il colore della pelle", l’unica punzecchiatura polemica di Stefano Bonaccini, secondo cui "serve più Italia e più Europa, non come nello slogan del Carroccio". Stefano Cavedagna (FdI) attacca "quell’ideologismo green che ha portato ai paletti per i motori termici, legandoci mani e piedi alla Cina produttrice di batterie. Mi chiedo: chi pensano che pagherà le ristrutturazioni in senso sostenibile degli appartamenti, visto che a Bologna 30 milioni del Pnrr sono stati spesi per il Polo della Memoria? Per troppi anni gli eletti a Bruxelles non hanno fatto gli interessi dell’Italia". Sulla "inapplicabilità" dello stop ai motori termici concorda Federico Pizzarotti (Azione): "Ho fatto campagna con un camper elettrico, ed era più lungo il tempo di ricarica che quello alla guida....", ma bacchetta la destra per l’asse con Orban.

Rosaria Tassinari (FI), "europeista convinta", punta su snellimento della burocrazia, turismo e difesa comune, mentre la collega di partito Alessandra Servidori (FI) annuncia che "intende portare avanti il lavoro di Marco Biagi in Europa, il suo modello irrobustiva le relazioni industriali". Alessandra Basso (Lega) concorda sul fatto che molti europarlamentari italiani "sembra che giochino più per l’Europa che per l’Italia". È poi la volta di Guglielmo Garagnani, imprenditore agricolo, che si batte "contro l’orrore burocratico a cui questa Europa costringe le aziende del mio settore. Serve più destra a Bruxelles". Voce fuori dal coro Ugo Biggeri (M5S), tra i fondatori di Banca Etica: "Sull’ambiente non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Si può certo lavorare sui tempi, ma prima le nostre imprese saranno protagoniste della rivoluzione, prima il Paese recupererà posizioni. Infine, la pace: l’unica deroga al Patto di stabilità della Ue è sulla spesa per le armi. Un errore madornale"