Thiago ora si commuove: "Le luci per i miei ragazzi. Io vengo ripagato da emozioni come queste”

"La partita con il Verona era complicata, ma noi avevamo undici guerrieri. E anche chi è subentrato lo ha fatto mantenendo la stessa intensità. Vedere questa alchimia tra la squadra e i tifosi è davvero bellissimo"

Thiago Motta ringrazia la curva, ma indica i suoi giocatori (Schicchi)

Thiago Motta ringrazia la curva, ma indica i suoi giocatori (Schicchi)

Bologna, 24 febbraio 2025 – "Sono carico e commosso", ammette Thiago dopo il novantesimo. Carico, commosso e perfino ondeggiante nei primi dieci secondi di parole davanti ai microfoni di Dazn, quando l’adrenalina di un’altra notte da sogno è ancora in circolo. La quinta vittoria di fila, lo striscione e il coro della Bulgarelli che lo chiamano sotto la curva e lui che ringrazia tutti ma indica i suoi ragazzi come legittimi destinatari di cotanto affetto.

"Sentire gridare il mio nome è bello – dice Thiago – perché sono cose che non si vivono sempre. Io posso solo ringraziare i tifosi, ma lo ripeto: sono qui per dare, non per ricevere, e a volte penso di non meritare tutto questo affetto. Quindi ringrazio la nostra gente ma non è giusto che sia io a prendermi le luci: le luci devono prenderle i miei giocatori".

Chiarisce il concetto: "Il calcio esiste per due componenti, tifosi e giocatori. Io e il mio staff sappiamo che sena questi ragazzi siamo nessuno. E anche senza i tifosi il calcio verrebbe giocato a livello amatoriale. Vedere da fuori questa alchimia tra tifosi e giocatori è bellissimo e io mi sento un privilegiato a vivere queste emozioni".

Non sarei nulla senza i giocatori, dice Motta, con un atto di generosità che ignora consapevolmente che sena un allenatore in estate non si parte nemmeno per il ritiro. E il Bologna un allenatore ce l’ha. Anzi: l’Allenatore. Per arrivare dove?

"Non mi faccio aspettative – spiega Thiago –. Cerco di vivere le mie giornate al massimo e in testa ho solo il bene del Bologna. Se sono più carico o commosso? Sono tutte e due le cose insieme. Certo a volte dormo poco per dedicare tutto il tempo ai miei ragazzi: ma poi vengo ripagato da queste serate bellissime".

Gli occhi di Motta sorridono in sala stampa. E sorride anche lui quando gli chiedono se non gli venga voglia, in certi momenti, di tornare calciatore per essere in campo con questo Bologna delle meraviglie.

"No – ribatte – non ho nessun rimpianto per le scelte che ho fatto. Oggi sono felice di allenare questo gruppo di splendidi ragazzi e non mi passa neanche per la testa di essere in campo con loro. Ho quarantuno anni, gli altri mi passarebbero vicino come delle frecce e non mi va di fare delle figuracce...".

C’è ancora un pensiero per i suoi ragazzi: "Oggi la partita era complicata, perché il Verona è una squadra tosta: ma sono scesi in campo undici guerrieri. Guerriero anche chi è entrato alla fine".

E menzione speciale per Skorupski: "La sua parata alla fine, con tutta la squadra che rientrava per difendere il contropiede, ha pesato come un gol".

Elogi anche per Orsolini: "Poteva cadere in area e cercare il rigore, ma è rimasto in piedi".

Viva il calcio e viva questo Bologna che del miglior calcio è l’emblema.

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