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Il commento. Spirito di gruppo e coraggio, la nuova V nera

Alessandro Gallo Alzi la mano chi pensava che la Virtus, all’inizio di dicembre, avrebbe ...

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Alzi la mano chi pensava che la Virtus, all’inizio di dicembre, avrebbe potuto occupare la terza posizione alle spalle di Real Madrid e Barcellona. Nessuna mano alzata, crediamo, perché la Virtus di Luca Banchi sta davvero stupendo tutti. E lo sta facendo in positivo, con partite che, di volta in volta, trovano protagonisti diversi. Succedeva anche negli anni scorsi, forse, ma una volta subito il cazzotto, la Virtus non riusciva più a risollevarsi. Quello che invece, pazientemente, riesce a fare di volta in volta. Non è una squadra imbattibile, certo, ma organico alla mano fin qui ha avuto la meglio di formazioni – l’ultima appunto il Barcellona – che hanno esperienza, talento, centimetri e chili da vendere.

E la Virtus? Magari perde i pezzi per strada – prima Polonara, poi Cordinier, Mickey e, recentemente Pajola –, ma non abbassa la guardia. Continua a tenere il campo con personalità, cercando di ribellarsi non tanto al destino quanto alla forza dell’avversario. Se la Virtus è con Milano la squadra da battere in campionato (ma l’Olimpia non se la sta passando benissimo), in Europa non è una cenerentola, ma un gruppo che, alle spalle, ha solo una stagione di Eurolega. Potrebbe alzare bandiera bianca, alle prime spallate. Invece no: qualcosa che ha trasmesso la società, che ha costruito la squadra e che ha aggiunto Banchi. Cosa ha fatto il coach? E’ entrato in punta di piedi, non ha ribaltato le gerarchie ma, al contrario, ha dato fiducia a tutti. Il recupero di Lundberg è sotto gli occhi di tutti. Ma vogliamo forse dimenticare uno Shengelia mai così decisivo come in questi mesi?

E Hackett, che in barba alla carta di identità, ha la furia di un ventenne, ma con l’esperienza di uno che l’Eurolega (ai tempi del Cska) l’ha pure vinta. Belinelli, l’altro ’vecchietto’, sta disputando la migliore stagione. Coraggio e spirito di gruppo. E le idee di Luca Banchi alla base di un terzo posto tanto inaspettato quanto meritato.

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