L’infaticabile coach. "Luca ha preso una squadra in corsa, dandole un’identità precisa». Peterson: "Banchi è bravo. E la mia Bologna ha bisogno del derby»

Dan Peterson, 88 anni, racconta la sua esperienza a Bologna, dove ha allenato 10 derby, vinti 9, e parla di Luca Banchi, del duopolio Milano-Virtus e della sua esperienza in Cile. Un libro sull'Avvocato Porelli sarà presto presentato.

Peterson: "Banchi è bravo. E la mia Bologna ha bisogno del derby"

Peterson: "Banchi è bravo. E la mia Bologna ha bisogno del derby"

Il derby, Luca Banchi, Gianluigi Porelli. Dan Peterson è di casa a Bologna. Tra una decina di giorni presenterà la sua ultima fatica letteraria sull’Avvocato Porelli. Intanto ha raggiunto Bologna e l’amico Stefano Dall’Ara (presidente di Scs Consulting) per raccontare le sue storie e motivare le persone che hanno aderito all’invito di Scs Consulting per insegnare a tutti, manager compresi, a fare squadra.

Ai tavoli del Diana, il coach, 88 anni tra poco più di un mese, ha dato un saggio delle sue capacità. "La Fortitudo? L’aspetto in serie A – dice Peterson –. Il derby vale tanto, per Bologna e per l’Italia. Ne ho allenati 10, vinti 9. I tifosi mi ricordano solo quello che ho perso. Ma ci sta. Ne ho giocati 4 contro il Gira, vinti 3. E tutti mi rammentano quello che ho perso con Lamberti. L’Aquila invece era guidata da Nikolic: ho perso da due grandi".

E il duopolio Milano-Virtus? "Per me dà una scossa al basket italiano".

E Banchi? "Bravo. Luca è entrato in corsa in una squadra che non ha costruito lui. Ha gestito e sta gestendo bene il gruppo, ha buon senso e coraggio".

L’ultima battuta, Dan, se la concede sulla sua esperienza in Cile. Forse diventerà un nuovo libro.

"Lasciai il Cile pochi giorni prima del golpe di Pinochet. Essendo americano è nata la leggenda che io sia un agente della Cia. Sergio Scariolo è convinto. Me lo ricorda sempre". Scriverà un libro, il piccolo grande Dan. Chissà se mai confesserà di essere stato davvero un agente della Cia. O, più semplicemente, uno spettatore di tragici eventi.

"La Virtus, in quel 1973, era già d’accordo con Rollie Massimino, che alla fine divenne head coach all’Università di Villanova. Fu la mia fortuna. Mi chiamò l’avvocato Porelli, conobbi Bologna e l’Italia che non ho più lasciato".

a. gal.

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