ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Affari loschi via Telegram. Tre giovani nei guai

Un 23enne di Savignano, un 24enne di Roncofreddo e un 30enne di Morciano avevano allestito un traffico di droga e banconote false.

La maggior parte delle vendite avvenivano verso Francia e Spagna (repertorio)

La maggior parte delle vendite avvenivano verso Francia e Spagna (repertorio)

Tre persone indagate, 115mila euro sequestrati, 11 canali Telegram oscurati. La guardia di finanza ha sgominato una banda di tre persone (un 23enne di Savignano, un 24enne di Roncofreddo e un 30enne di Morciano) dedite alla contraffazione e alla spendita di banconote false, alla vendita di documenti contraffatti, droga e riciclaggio, a seguito di un’indagine sul dark web e Telegram. Ma le indagini sono destinate ad ampliarsi ulteriormente, perché nella rete degli inquirenti sono finiti altri profili di utenti sui quali si sta indagando per capire le differenti responsabilità. Al momento, le fiamme gialle hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Forlì che ha disposto il carcere per il 30enne di Morciano, e gli arresti domiciliari per il 23enne di Savignano e il 24enne di Roncofreddo.

I tre giovani indagati, tutti incensurati, operavano attraverso canali Telegram con cui offrivano servizi in Italia e in Europa. Erano dediti alla produzione di documenti falsi e al commercio di denaro falso che si procuravano attraverso altri canali e vendevano in tutta Europa (in particolare in Francia e in Spagna). I finanzieri hanno anche sequestrato diversi quantitativi di droga e la somma di 115mila euro derivante dal provento illecito delle attività criminali. I tre indagati avrebbero venduto nell’arco di tre mesi in Italia e all’estero circa 10mila banconote di diverso taglio (da 20, 50 e 100 euro) oltre a vendere in Italia hashish, marijuana e fughi allucinogeni. Avrebbero poi venduto documenti falsi come carte d’identità, tesserini identificativi, patenti di guida e titoli di studio e farmaci pericolosi per il doping o per migliorare le prestazioni sessuali. Oltre a questo, sono indagati per sostituzione di persona (avevano infatti creato dei profili falsi) e per riciclaggio dei proventi illeciti. L’indice di contraffazione nelle banconote era di rilievo, nel senso che parte di queste banconote riuscivano a eludere i sistemi di controllo dei macchinari.

Le investigazioni hanno consentito di individuare un canale denominato ‘Le Banconote di Archimede’, attraverso il quale venivano vendute in Italia e in Europa le banconote contraffatte e l’altra merce, che veniva pagata in criptovalute o in valuta a corso legale canalizzata su conti correnti intestati a prestanomi. Poi la merce illecita veniva spedita agli acquirenti in Italia e in Europa. I reparti speciali delle fiamme gialle di Forlì, Cesena e Rimini, con il coinvolgimento di personale di Europol e della polizia spagnola della Brigada de Investigación del Banco de España, sono riusciti ad individuare i tre indagati principali che agivano principalmente su Telegram, un canale che offre l’anonimato dei propri utenti.