Alluvione, rinvio sui beni mobili. Nuovo scontro sui rimborsi, i sindaci salgono sulle barricate

Il provvedimento legato ai Campi Flegrei: slitta a dopo il voto per evitare strumentalizzazioni. De Pascale (Ravenna): "Un teatrino. Il Governo stanzi un massimale di almeno 30mila euro".

Alluvione,  rinvio sui beni mobili. Nuovo scontro sui rimborsi, i sindaci salgono sulle barricate

Alluvione, rinvio sui beni mobili. Nuovo scontro sui rimborsi, i sindaci salgono sulle barricate

La notizia anticipata ieri dal Carlino fa discutere. Parliamo dei rimborsi per i beni mobili andati perduti o lesionati nell’alluvione che si è abbattuta sull’Emilia-Romagna nel maggio del 2023, e in particolare del rinvio del provvedimento sugli indennizzi di due settimane per legarlo a quello sui Campi Flegrei. "La richiesta è sempre la stessa: che venga emanato subito, tassativamente prima di europee e amministrative, il decreto sui beni mobili e che venga stanziato un massimale di 30mila euro a famiglia, anziché i vergognosi 5mila euro annunciati, nella maggior parte dei casi assolutamente insufficienti a coprire i danni", dice il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale.

"Nemmeno l’interesse a dare almeno una scarpa prima delle elezioni europee, che avevamo comunque salutato, inizialmente, con favore, sembrerebbe aver smosso la coscienza del Governo Meloni", insiste De Pascale. Che aggiunge: "Assistiamo all’ennesimo pietoso teatrino sulla pelle delle famiglie alluvionate. Poi se mancano le risorse si spostino gli 1,2 miliardi del Pnrr dalle opere pubbliche, che da qui al 2026 rischiano di non andare spesi, agli indennizzi alle famiglie e alle imprese". Per il sindaco di Cesena Enzo Lattuca "tenere fuori dai rimborsi i beni mobili, significa non essersi resi conto di quanto è accaduto. Si era parlato di 5.000 euro a forfait, una cifra che secondo noi è decisamente troppo bassa. Con 5.000 euro si arreda una stanza, non una casa. Ci sono spiragli per alzare l’importo? Bene, ci misureremo col nuovo dato e prenderemo atto del fatto che in ogni caso qualsiasi cifra è meglio di niente. E a oggi, serve purtroppo ricordarlo, dopo un anno, siamo fermi a niente".

Luca Ravaglia