REDAZIONE CESENA

"Analogie insensate"

Tra i ragazzi e le ragazze in uscita dalla scuola la condanna è unanime: "È una bestialità"

All’uscita della scuola le tracce delle scritte diffamatorie sul tema green pass rivolte al personale docente del liceo Ilaria Alpi vergate sul muro sono già state cancellate da una nuova mano di vernice. Giusto così, anche perché sono davvero in tanti a non aver gradito il gesto, sia tra i ragazzi che tra i docenti, non solo del linguistico.

"Non è così che si portano avanti le proprie rivendicazioni – sostiene un ragazzo in marcia verso il piazzale dei bus –: qual è il messaggio che emerge imbrattando una scuola e insultando chi la frequenta? Non c’entra nulla il green pass, qui siamo alle basi della convivenza civile, proprio quella che si insegna a scuola, in qualunque scuola". Una ragazza chiacchiera con un gruppo di amici: "Frequento il liceo Alpi e imbattermi in quella scritta è stato decisamente ’impattante’: ne abbiamo parlato in classe, ognuno ha detto la sua, ma tutti hanno condannato il gesto. Abbiamo superato i limiti". C’è anche chi ricorda le frasi dello stesso tenore scritte sul muro del cimitero di Pievesestina: "Persone che non hanno rispetto nemmeno per i morti di certo non possono averlo per gli studenti e per i loro insegnanti. È questo il loro mondo ideale? Un mondo nel quale ci si può permettere impunemente di accostare le peggiori pagine della nostra storia a un vaccino? I nazisti bruciavano donne e uomini nei forni crematori, gli insegnanti educano le nuove generazioni al rispetto e al sapere e i vaccini salvano le vite. Dove stanno le analogie?".

C’è chi glissa, sostenendo che la soluzione migliore è non dare risalto a gesti di questo genere, per non enfatizzarli. Più che legittimo. Ma c’è anche chi rilancia: "Credo sia doveroso parlarne e farlo apertamente, perché bestialità del genere non possono passare sotto traccia e perché far finta di niente non è mai la soluzione giusta. Chiedetelo a chi ha dovuto avere a che fare coi fascisti e i nazisti. Quelli veri".

Luca Ravaglia