"Beviamo romagnolo per risollevarci"

"Ora, in Romagna, è ora di scegliere Romagna". Comincia con questo gioco di parole il post che Silvia Casali, vignaiola della tenuta Casali (20 ettari di vigneti nella zona di Mercato SaracenoSan Vicinio), ha pubblicato all’indomani dell’alluvione che ha interessato, sia pur marginalmente, anche l’azienda di famiglia. Casali ha lanciato un appello sia ai suoi conterranei, invitandoli a ‘bere romagnolo’ a partire dall’aperitivo, sia ai gestori dei locali, "perché si tratta innanzitutto di un cambio di mentalità, un salto culturale".

Silvia Casali, il suo post è stato immediatamente condiviso da produttori e agricoltori della zona. Com’è nata l’idea, riassunta nell’hashtag #beviconsapevolmenteromagna?

"Ho semplicemente riflettuto su un dato di fatto: quando ci rechiamo in altre regioni (in Trentino, Veneto o Toscana, per esempio), beviamo esclusivamente le proposte locali. Perché in Romagna continuiamo a ordinare il Prosecco di Valdobbiadene per l’aperitivo, il Chianti o il Gewürztraminer a pranzo o a cena?".

Già, perché?

"Manca la consapevolezza del valore dei nostri prodotti. In pochi sanno che, da Imola a Rimini, si produce ogni genere di vino: bianco, rosso, rosato, bollicine, metodo classico. Ce n’è per tutti i gusti. Barman, sommelier e gestori di locali romagnoli dovrebbero, però, iniziare a spiegarlo ai propri ospiti, dunque dedicarci tempo, energie e formazione. Un investimento che non tutti hanno voglia di fare".

Cosa risponde a chi la accusa, in queste ore, di ‘provincialismo’?

"Che parliamo di cose differenti. Scegliere un’etichetta anziché un’altra significa sostenere un intero territorio e le persone che, ogni giorno, se ne prendono cura. Non è vero, come ha detto qualcuno, che ‘è colpa degli agricoltori’ se è successo tutto questo, anzi. Gli agricoltori sono i custodi della terra e sono quelli che, per primi e sulla propria pelle, si sono resi conto del cambiamento climatico in atto. Non è tempo per le polemiche, è tempo di una nuova consapevolezza, che riguarda anche la scelta dei prodotti da portare in tavola".

Non solo vini, dunque.

"Anche frutta e verdura, salumi, formaggi, carne. Sosteniamo i produttori locali".

Maddalena De Franchis