Bimba sparita in Polonia: "Qui rapire un parente non è un reato penale"

Filippo Zanella è il padre di Noemi, portata via dalla madre nel 2021. Il caso finirà in Parlamento con un’interrogazione della Buonguerrieri.

Bimba sparita in Polonia: "Qui rapire un parente non è un reato penale"

Bimba sparita in Polonia: "Qui rapire un parente non è un reato penale"

di Annamaria Senni

"Sono due anni e mezzo che non so più nulla di mia figlia, non so nemmeno se sia viva". Filippo Zanella, fisioterapista di Cesena, ha mollato tutto e si è trasferito da due mesi in Polonia per cercare la sua bambina di 9 anni e mezzo, Noemi, sottratta dalla madre che l’ha portata nel suo paese d’origine nel settembre 2021 quando la bambina aveva appena sette anni. La vicenda è stata ripercorsa ieri dal padre che vuole tenere alta l’attenzione sul caso per riuscire a ritrovare la sua bambina e per cercare di far rendere esecutive le sentenze dei giudici. Tribunali italiani e polacchi hanno infatti intimato alla madre di riportare la figlia in Italia, ma invano. "Non mi sposto dalla Polonia – ha detto il fisioterapista cesenate – resterò qui almeno fino a luglio. Ho macinato almeno 5.000 chilometri in lungo e in largo, cercando nelle varie città polacche, sono andato nelle scuole, negli ospedali. Ma di Noemi non c’è traccia. Mia figlia non risulta essere iscritta a nessuna scuola e non ha un pediatra che la segua". L’ultimo atto in questa vicenda lo ha scritto il gip di Forlì che ha emesso per Noemi un ordine di protezione europea. Filippo non ha più contatti con la figlia da marzo 2022 e ha perso anche i contatti con la madre, partita all’improvviso da Cesena dicendo che andava a trovare la nonna malata. Zanella, collegato dalla Polonia, ha spiegato i dettagli della vicenda ieri in una conferenza organizzata dal Comune di Cesena che lo sta aiutando a tenere i contatti con i funzionari della Farnesina. "Non posso dire nulla della giustizia polacca – ha spiegato Zanella – la legalità, almeno sulla carta ha funzionato e il giudice polacco mi ha dato ragione". Quello che lamenta Zanella è un’inerzia della polizia polacca. In più c’è il sospetto che la famiglia dell’ex compagna sia coinvolta. "La Polonia non sta cercando mia figlia con gli strumenti che uno si aspetta nel 2024 – dice Filippo Zanella – ecco perché vogliamo far salire il livello di emergenza della scomparsa. Sarebbe anche possibile, per legge, inviare una delegazione della polizia italiana direttamente in Polonia, ma ancora non è stato fatto. Il nostro ministero della Giustizia sta sottolineando la pericolosità delle azioni della madre, ma questa comunicazione in qualche modo alla Polonia non arriva. La cosa difficile è che in Polonia i sequestri familiari non sono considerati un reato penale come in Italia". Il caso dovrebbe essere portato in Parlamento a breve da un’interrogazione da parte della deputata Alice Buonguerrieri. "Il sospetto è che la madre di mia figlia la stia nascondendo da qualche parte – dice Zanella -. Ogni madre dovrebbe essere un esempio di amore per i propri figli, dovrebbe fargli vivere la loro vita da bambini con gli amici, circondati dagli affetti".

Zanella ha anche parlato con la famiglia della sua ex compagna, che vive a Drawsko Pomorskie, una città nel nord-ovest della Polonia. "Non vogliono parlarmi – dice Zanella –. Si comportano come se fosse una sorta di congiura del silenzio" La redazione del Kurier, un giornale polacco, ha contattato la sorella della donna, zia di Noemi. "Dal nostro punto di vista la situazione appare completamente diversa da quello che racconta il padre – ha detto la zia di Noemi – mia sorella ha promesso di contattarci nuovamente ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Siamo in attesa di sentirla".