ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Caso Golinucci verso l’archiviazione: "Ma c’è ancora chi può parlare"

Marisa Degli Angeli in tv a ‘Chi l’ha visto’ ieri sera ha lanciato l’ennesimo appello a possibili testimoni "Ho sempre lottato per la verità, continuerò a farlo. Con i miei legali ci opporremo alla chiusura delle indagini" .

Marisa Degli Angeli in una delle sue apparizioni in tv a ‘Chi l’ha visto’

Marisa Degli Angeli in una delle sue apparizioni in tv a ‘Chi l’ha visto’

Cesena, 5 ottobre 2023 – Una madre non si dà per vinta, mai, neanche nel profondo della disperazione. Così Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina Golinucci, la ragazza scomparsa a Cesena 31 anni fa, si è presentata ieri sera alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ che in questi lunghi e interminabili anni l’ha sempre sostenuta dando voce al suo dolore e aiutandola nella sua disperata battaglia. Nel salotto di casa della trasmissione condotta da Federica Sciarelli sui Rai3, Marisa si lascia andare all’ennesimo sfogo, tira fuori il coraggio che l’ha sempre contraddistinta, anche se nei suoi occhi si intravede chiaramente il dolore e la tristezza di chi teme di non farcela più. Soprattutto ora, agli sgoccioli di un capitolo che pare volersi chiudere ancora una volta con la parola ‘fine’: quella che si teme è la ‘fine delle indagini’.

La richiesta del pubblico ministero rivolta al giudice per le indagini preliminari è di ‘archiviazione del procedimento’ perché, nonostante le attività investigative che proseguono da oltre un anno, non è stato possibile arrivare all’identificazione degli autori del reato. Un’inchiesta sulla scomparsa della ragazza era stata aperta poco più di un anno fa a carico di ignoti, si indagava per omicidio.

"Io non mi arrendo – dice Marisa Degli Angeli – voglio la verità. Ho sempre lottato per la verità e continuerò a farlo. Io e i miei legali faremo opposizione all’archiviazione chiesta dal pubblico ministero, non ci fermeremo qui". Marisa Degli Angeli lancia poi l’ennesimo appello con la speranza di avere una risposta. Si punta sul luogo in cui è scomparsa Cristina, il primo settembre del 1992 all’età di 21 anni. La chiave del mistero è in quel piazzale del convento dei Frati Cappuccini, dove Cristina Golinucci ha lasciato la sua auto prima di recarsi all’appuntamento con Don Lino, il suo padre confessore. In quel luogo una donna avrebbe visto la ragazza discutere animatamente con una persona. La testimonianza risale al 1992, alle prime fasi dell’indagine.I legali della famiglia si opporranno all’archiviazione poiché chiedono di approfondire l’episodio.

"Mi rivolgo a tutte le persone che erano in quel parcheggio il giorno della scomparsa di mia figlia – dice una madre che cerca delle risposte – qualcuno deve aver visto qualcosa, e se ha visto qualcosa è arrivato il momento di parlare". Chi era in quel parcheggio quel giorno? Chi ha visto quella ragazza di 21 anni arrivare sulla sua 500, lasciare l’auto e poi allontanarsi? Ha incontrato qualcuno? "Chi sa parli". Se non ci è riuscita la giustizia in 31 anni, mamma Marisa non si dà comunque per vinta, prova ancora a lottare per avere un brandello di verità. Anche se è stanca, non lo nasconde.

Le lacune investigative del passato sono difficilmente colmabili, anche per il fatto che diversi testimoni sono morti o sono in età avanzata. La prima pista seguita era quella sulla figura di Emanuel Boke, ragazzo ospite del convento e già condannato per violenza sessuale ai danni di una ragazza, commessa a Cesena nel 1994. Il primo settembre del 1992 viveva e lavorava nel convento. Boke si sarebbe trasferito all’estero e ha fatto perdere le sue tracce. Non sono comunque emersi nuovi elementi a suo carico. Il secondo filone seguito dagli investigatori riguardava un infermiere ha lavorato in ospedale dove Cristina aveva fatto volontariato. Ma lui ha detto di non aver mai conosciuto la vittima.

Infine l’attenzione si è rivolta a un personaggio frequentante gli ambienti della Chiesa e del volontariato attorno ai quali gravitavano anche Cristina e Chiara Bolognesi, la ragazza di 18 anni trovata morta nel fiume Savio un mese e mezzo dopo la scomparsa di Cristina. L’uomo venne accusato in seguito da altre due donne di molestie sessuali, ma le investigazioni a suo carico non hanno portato a nulla. Interrogato dai magistrati, l’uomo ha

negato ogni addebito. I sospetti dei magistrati sui fatti passati sono rimasti, ma nulla di concreto è emerso contro di lui in relazione alle due ragazze scomparse. Così pure non hanno portato risposte gli ultimi atti di un’indagine serrata: le incursioni al convento dei Frati Cappuccini con georadar e cani molecolari per trovare il corpo di Cristina, e la riesumazione dei resti di Chiara Bolognesi dal cimitero cesenate. Tutto questo per cosa? Non di certo per fermarsi, secondo Marisa Degli Angeli.