Cesena, invasione di cavallette: campi devastati a Piavola

Gravi danni alle coltivazioni sulle colline cesenati a causa dell’enorme proliferazione di insetti. L’entomologo: "Non si possono usare insetticidi"

I campi di Piavola dopo il passaggio degli insetti (Ravaglia)

I campi di Piavola dopo il passaggio degli insetti (Ravaglia)

Cesena, 29 giugno 2022 - "Lo vedete il muro arancione di casa? L’altro giorno era nero, come la pavimentazione attorno all’ingresso. Nero per via delle migliaia di cavallette ammassate le una sopra le altre. C’era da avere paura. Sul serio". Chi abita nella zona di Piavola, tra campi spaccati dalla siccità e calanchi che marcano la vallata, sta vivendo la seconda estate consecutiva di passione a causa della massiccia presenza di cavallette che hanno invaso l’area: "In queste ore pare abbiano allentato la presa - quasi sussurrano i residenti, incrociando le dita – anche se l’apprensione resta e i danni sono già tanti. Le coltivazioni divorate parlano da sole. Dove c’erano le piante di patate, ora resta solo la terra".

L’Ausl sta monitorando la situazione e le prospettive nel breve termine non paiono lasciare molti spiragli: "Non si può intervenire con l’impiego di insetticidi - spiega l’entomologo Claudio Venturelli – sia per il forte impatto che potrebbero causare sia perché con le cicale adulte non hanno grande efficacia. Il problema è legato alla siccità: le alte temperature e le scarse precipitazioni hanno causato l’apertura di solchi nel terreno che sono il luogo ideale nel quale, a una profondità di circa 3 centimetri, vengono deposte le uova. Il ciclo vitale comincia con la schiusa in primavera, mentre tra poco inizierà la fase dell’accoppiamento e dunque della successiva deposizione di nuove uova, destinate ad aprirsi l’anno prossimo. Contrariamente alle locuste, non sono dedite alla migrazione in massa e dunque tendono a restare nella zona in cui si trovano".

Caratteristiche che lasciano capire come i tantissimi esemplari presenti in questi giorni siano il frutto dell’esplosione di casi registrata la scorsa estate, quando sempre di questi tempi le zone di Casalbono e Piavola erano state costrette a fare i conti con una proliferazione senza precedenti.

"Le soluzioni – riprende Venturelli – dipendono da una collaborazione tra uomo e natura. Gli abitanti della zona dovrebbero mettere mano ai loro mezzi per arare i campi, anche in maniera leggera, in modo da danneggiare l’habitat favorevole alla nascita degli insetti, mentre riguardo alla natura, la risposta più efficace può arrivare dai coleotteri e da una specie in particolare: mylabris variabilis. I coleotteri si nutrono delle cavallette piccole e con la loro presenza sono certamente in grado di abbattere i numeri attual".

I numeri citati da Venturelli sono impressionanti e parlano di una vera invasione: "Il riferimento al quale mi rifaccio – analizza - è quello fornito da Ignazio Floris, docente universitario di Sassari. Le sue rilevazioni hanno portato a quantificare la presenza di duemila cavallette per ogni metro quadrato il che, allargando la scala, si traduce in venti milioni di esemplari per ettaro". Lo sanno bene i residenti della zona, che a camminare tra i loro campi, vedono alzarsi nugoli di insetti. Col grano mietuto, spiccano le distese di erba medica, frequentatissimi ‘ rifugi’ che si estendono a perdita d’occhio: "Mai vista una presenza così massiccia - chiude Venturelli – Anche l’erba medica dovrebbe essere raccolta e quei campi lavorati. La priorità è evitare che fenomeni del genere si ripetano: con l’aiuto di tutti possiamo riuscirci".