Cesena, l’orgoglio di capitan De Rose: "Fieri di aver dato questa gioia alla città"

La partita della promozione vista dalla panchina: "Ho rischiato l’infarto varie volte, è stata dura, ma sapevo che ce l’avremmo fatta"

di Stefano Benzoni

Una promozione dalla C alla B a Cesena non si scorda mai. Anche perché per il signor Francesco De Rose, per tutti ‘Ciccio’, è il terzo salto dopo quelli del 2020 con la Reggina e del 2022 con il Palermo. Ma quello che succede nella Romagna bianconera ha sempre un sapore particolare. "Sono orgoglioso di rappresentare questa città e di averle dato questa gioia. Nella vita e nella carriera di noi giocatori sono momenti unici".

De Rose, dica quello che le passa in testa in libertà.

"Abbiamo ottenuto quello che c’eravamo prefissati fin dal primo giorno di raduno. La verità è che siamo stati una macchina perfetta".

Per lei è la terza promozione. Speciale o uguale alle altre?

"Ogni vittoria è diversa. Quella di Reggio Calabria fu molto bella perché Battemmo Bari e Ternana che erano favorite, ma a causa del Covid non potemmo nemmeno festeggiare. Quella di Palermo arrivò dopo una rincorsa infinita e fu del tutto inaspettata ma magnifica. Quella di Cesena è stata la promozione della gente, dei tifosi, della Mare. Mi sento come se avessi vinto a casa mia".

Lei sabato l’ha vissuta dalla panchina, infortunato.

"Ho rischiato più volte l’infarto, ma sapevo che in un modo o nell’altro l’avremmo vinta. Quando abbiamo avuto quei cinque-sei angoli di fila ho pensato che i nostri saltatori l’avrebbero buttata dentro. Stare fuori però è stato durissimo".

Che è successo alla fine?

"Abbiamo condiviso il tutto prima con le nostre famiglie e poi con i nostri splendidi tifosi che sono stati caldi ma rispettosi. Uno mi ha chiesto i calzettoni. Magari, fra 15 o 20 anni, dovessimo incontrare qualche tifoso ora ragazzino, potrebbe dire: ‘Tu sei stato uno dei protagonisti della promozione in B del 2024’".

È un’annata straordinaria.

"Abbiamo avuto un gruppo di ragazzi super, mai un’invidia, mai un momento di pausa. E poi i nostri tifosi: quando attaccavamo sembravamo in 30, non in 11. Vincere a Cesena è da brividi, lo ricorderò per sempre". Questa stagione nasce dalle basi di quella passata.

"Ci abbiamo messo un po’ per diventare uniti e poi non avevamo la stessa forza mentale di quest’anno: le partite difficili e che si mettevano male le perdevamo, ora no".

Con Toscano ha un rapporto speciale.

"Finita la partita ci siamo abbracciati e basta. Un abbraccio che è valso più di tante parole. Io so come lavora lui, l’impegno che ci mette, lui sa come lavoro e come gioco io. È stato lui a volermi a Cesena, mi sentivo un po’ in debito e a me non piace avere debiti con nessuno. Ora credo di averlo saldato".

Ora mancano quattro gare, ne approfitterà per segnare un gol visto che è rimasto ancora a secco?

"Sembrerà strano ma tutte le volte che sono stato promosso non ho mi segnato. I miei compagni mi dicevano: ‘Ciccio non ti preoccupare se non segni, anzi non ci provare proprio!’"

E l’anno prossimo che succederà?

"Francamente non ci ho ancora pensato. So solo che ho un altro anno di contratto e che a Cesena sto benissimo".

In cosa la B è diversa dalla C?

"La differenza e tanta, soprattutto facendo il confronto con le prime otto squadre. Quindi bisogna partire bassi, alzare il livello e poi vediamo".

Cosa vuole dire ai tifosi bianconeri?

"Che sono tifosi impagabili e meravigliosi. Ricordo che ci applaudirono e ci confortarono anche l’anno scorso quando uscimmo contro il Lecco. Spero che loro siano orgogliosi di noi così come noi lo siamo di loro e che, dopo i danni dell’alluvione, siamo riusciti a regalare loro qualcosa che almeno in parte li possa ripagare per quello che hanno sofferto".