
L’uscita dal campo di Tommaso Berti, zoppicante dopo l’infortunio rimediato
Partiamo dalle buone notizie: gli esami a cui si è sottoposto Tommaso Berti subito venerdì in serata, stando anche al comunicato pubblicato ieri dalla società, hanno escluso lesioni ossee alla gamba e alla caviglia. Chi ha visto il fermo immagine del momento del contatto tra il piede di Mattia Caldara e la tibia del centrocampista bionconero ha temuto il peggio. A qualche tifoso dai capelli bianchi è immediatamente riemerso dalla memoria l’infortunio che capitò a Franco Bergamaschi in un Cesena - Genoa fine anni 80, quando in un contrasto di gioco molto duro l’ex Milan si fratturò tibia e perone e la sua carriera ad alti livelli praticamente terminò in quel pomeriggio.
Per il momento ci si deve però accontentare del primo elemento positivo, perché la caviglia di Berti è ancora molto gonfia, il versamento è importante. A questo punto si parla di forte distorsione e come succede in questi casi occorre attendere ancora qualche giorno prima di poter effettuare ulteriori approfondimenti, tramite risonanza magnetica o ecografia, in modo da capire se c’è un interessamento dei legamenti e se si, eventualmente, di quale entità. Una volta ricevuto un referto più preciso si capiranno anche i tempi di recupero, ma già si può ipotizzare non meno di un mese. Ovviamente scontata la sua assenza a Palermo tra sette giorni, così come quasi certa quella in casa il 29 settembre col Mantova e poi ancora a Pisa il 5 ottobre. Successivamente il campionato osserverà una settimana di stop, il calendario riprenderà con il match casalingo contro la Sampdoria il 19 ottobre. Se veramente fosse quella la data del rientro significherebbe aver dribblato guai seri.
Un fallo bruttissimo quello commesso dall’ex difensore del cavalluccio Caldara, ovviamente si da per scontata la mancanza di intenzione di fare veramente male , di certo è stato un intervento fuori luogo, lontano dall’area e quindi senza pericoli imminenti per la porta del Modena. Un’entrata forse figlia della volontà di ’farsi sentire’ con il giocatore con più estro e che ti può creare più problemi, magari per limitarlo anche psicologicamente. Un trattamento che anche i giocatori dello Spezia avevano riservato sempre a Berti nel secondo tempo della gara del Picco di due settimane fa. Chi l’ha visto nel dopo partita ha parlato di un Caldara affranto e sinceramente dispiaciuto, anche perché la sua carriera è stata costellata di infortuni anche gravi, quindi conosce il dramma di chi deve poi affrontare il calvario della lungo degenza. Forse , se non è già avvenuta, una telefonata tra i due ci sarà, per Berti ora l’importante è scongiurare danni gravi, poi l’aiuteranno il fisico giovane e una muscolatura non troppo pesante, ma soprattutto la sua innata voglia di mettersi a testa bassa e pedalare.