Cyberbullismo: insieme si può combatterlo

Gli agenti della polizia locale sono saliti in cattedra davanti agli studenti della scuola media viale della Resistenza per una lezione speciale .

Cyberbullismo: insieme si può combatterlo

Cyberbullismo: insieme si può combatterlo

Venerdì 16 febbraio nella nostra classe si sono presentati i poliziotti per parlare di cyberbullismo. L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto "Insieme si può" che ha visto coinvolte le classi seconde e terze della scuola "Viale della Resistenza", per sensibilizzare al tema dell’uso improprio dei social e dei rischi ad esso legati. Odio in rete, minacce via social, messaggi offensivi: purtroppo il cyberbullismo è in netto aumento tra gli adolescenti anche nel comune di Cesena. Lo confermano i dati della polizia locale. Nella fascia d’età 13/14 anni coinvolti nel fenomeno del cyberbullismo sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze. Gli agenti della polizia locale ci hanno spiegato come comportarci per usare correttamente i social e la loro presenza in classe è servita per sensibilizzare noi ragazzi a non diffondere odio in rete ed essere consapevoli e attenti alle nostre azioni online.

Ma perchè questo fenomeno è in costante aumento? Uno dei motivi principali è dovuto al fatto che i ragazzi si sentono liberi di sfogarsi perché garantiti dall’anonimato dello schermo, quindi non temono le conseguenze delle loro parole, tanto che sono definiti "leoni da tastiera". Inoltre, spesso, il cyberbullo ha una bassa autostima di se stesso e perciò, insultando le persone, si sente più forte e capace di affermarsi, conquistandosi il suo "momento di gloria". Poco importa se le sue parole offendono l’altro, visto che il cyberbullo spesso non sa provare empatia, e non riesce, quindi, a decifrare come può sentirsi la vittima. Ama indossare una maschera per sembrare chi non è, per illudersi di poter contare qualcosa. Questo bisogno di prevaricare l’altro non è una novità: ciò che è cambiata è la modalità per farlo e i suoi effetti sono molto più gravi. Ci sono varie forme di cyberbullismo: offesa, molestia, danneggiamento della reputazione, furto d’ identità. Molto spesso i giovani condividono contenuti di carattere sessuale e il fenomeno è diventato molto comune: un adolescente su sette dichiara di inviare questo genere di contenuti, mentre uno su quattro afferma di riceverli. Sappiamo che la condivisione di immagini richiede il consenso dell’interessato e che purtroppo questo non avviene, per cui scatta il reato.

La vittima, quindi, rischia di ritrovare nella rete sue immagini compromettenti che diventano virali con il danneggiamento della sua reputazione. Purtroppo il cyberbullismo è un fenomeno diffuso tra noi ragazzi, e può portare a gravi conseguenze, come il suicidio e la depressione. Ma come si può combattere il cyberbullismo in rete? E’ fondamentale proteggere la propria immagine privata. Non divulgare dati, informazioni sensibili, foto e filmati sulla rete di se stessi e di altre persone è una necessità. Chi lo fa è come se aprisse la porta di casa sua ad un estraneo. Nessuno vorrebbe trovarsi in questa situazione, eppure sempre più spesso commettiamo leggerezze nella condivisione dei dati sensibili.

Filippo Moschini, Emma Peto, Emma Melchiorri. Classe 3D