Emergenza casa, il punto di Preger: "A oggi 4.500 unità risultano sfitte"

L’urbanista ed ex sindaco: "La domanda sale e l’offerta è bloccata, lo stesso per l’edilizia residenziale pubblica"

Emergenza casa, il punto di Preger: "A oggi 4.500 unità risultano sfitte"

Emergenza casa, il punto di Preger: "A oggi 4.500 unità risultano sfitte"

"Il nostro territorio è attrattivo ma rischia di non essere accogliente". E non è questione di mancanza di opportunità di investimenti, di lavoro e di servizi. C’è un problema che sta diventando pericolosamente frenante per l’economia e per la competitività del territorio oltreché per la qualità della vita: la mancanza di abitazioni.

A mettere in fila le difficoltà innescate dall’emergenza abitativa, domani alle 20,45 nella sede del quartiere Cesuola (via Ponte Abbadesse 451), sarà un incontro pubblico proposto dalla Fondazione Radici della Sinistra, a cui prenderanno parte i sindaci di Cesena e Cesenatico.

L’introduzione sarà di Edoardo Preger, architetto, urbanista, già sindaco di Cesena dal ‘92 al ’99, sempre puntuale sull’argomento "che – afferma – da 40 anni è quasi scomparso dall’agenda del Governo".

Qual è il punto architetto Preger?

"Per dare un’idea bastano due cifre a confronto: il Governo quest’anno per le politiche abitative ha stanziato 100 milioni di euro per un fantomatico Piano Casa, per lo stretto di Messina ha previsto 13 miliardi di euro".

Come si riflette tutto questo a livello locale?

"Fino alla metà degli anni ’80, con il Piano della Casa, realizzavamo 30 nuovi appartamenti all’anno, ossia in 10 anni abbiamo costruito 300 alloggi popolari. Negli ultimi 40 anni ne abbiamo realizzati 150, di cui metà realizzato dallo Stato e metà con i contributi del Comune. Vuol dire 3 o 4 all’anno. E le case popolari sono solo un pezzetto del problema. La domanda di affitto nel frattempo è aumentata enormemente sia per l’arrivo degli immigrati che per la richiesta di chi a Cesena viene a studiare o a lavorare. Sono sempre di più, tra l’altro, quelli che non intendono vincolarsi ad un acquisto, anche per le difficoltà crescenti di ottenere un mutuo".

Chi cerca una casa in affitto a Cesena oltre alle famiglie?

"I docenti universitari, gli studenti, chi viene qui a lavorare attratto dalle opportunità offerte dalle grandi aziende. E in più a sottrarre offerte per queste fasce ci sono gli affitti brevi, i bed&breakfast. La politica in questi anni si è affidata al privato che dovrebbe dare risposta a quel 20 per cento, tale è la percentuale della richiesta di affitto, ma i contributi non ci sono più. Così oggi la dotazione di case popolari, che sono circa 900, rappresenta appena il 2 per cento delle 45mila abitazioni presenti in città. In Europa tale proporzione tocca il 15/ 20 per cento".

Qual è oggi la domanda di case popolari nel nostro territorio?

"Dal 2010 al 2014 erano meno di 500, ora sono diventate 950. E c’è un enorme aumento di richieste di contributi comunali che fanno seguito all’impoverimento e all’aumento dei canoni di locazione. In sintesi, c’è una domanda in crescita ed un’offerta sempre più bloccata".

Quante sono attualmente le case sfitte?

"Si parla di circa 4.500 unità, ossia il 10 per cento. Dal 1970 in poi non erano mai più di 3.500. La media attuale fa impressione. Poi, chi affitta, chiede tante garanzie e teme affittuari insolventi benché ci siano in città le soluzioni offerte sia dalla Fondazione per l’affitto che dall’agenzia Soloaffitti".

Quali le soluzione possibili?

"Il Comune ha possibilità limitate perché i finanziamenti, che non ci sono, arrivano dallo Stato attraverso le Regioni. In passato con i peep abbiamo insediato 4.500 famiglie a condizioni non speculative. Il sindaco Lattuca sta mettendo a punto un Piano Casa che verrà illustrate nel corso dell’incontro di martedì. Ci sarà anche Simona Benedetti in rappresentanza della Lega delle Cooperative, che finalmente si risvegliano, visto che in passato sono state attori fondamentali nella risposta al bisogno di abitazioni nelle fasce medio-basse".

Elide Giordani