
Castori portato in trionfo dopo la finale playoff per la promozione in B a Lumezzane, la festa al rientro al Manuzzi
Li ha messi tutti in fila, con il suo calcio pratico, in verticale, guai i passaggi laterali e stucchevoli o indietro al portiere. Fabrizio Castori, 71 anni il prossimo 11 luglio, è l’allenatore con più panchine nella storia della serie B: 573. Lo ha stabilito domenica battendo il Cosenza con il suo Sudtirol (era però in tribuna squalificato) dove è subentrato da ultimo in classifica l’8 dicembre scorso, ora è undicesimo a 44 punti. Ha superato il bolognese Guido Mazzetti (scomparso il 14 febbraio 1997 a 81 anni) che lo deteneva da una vita a quota 572. Un record che il mister più amato nella storia del Cesena (Bisoli è invece il più vincente) va ad aggiungere a un altro primato estremamente significativo, è l’unico allenatore ad aver scalato tutte le categorie, dalla Terza alla serie A. In totale 10 promozioni, 8 campionati di C, 18 di B e 2 di A con Carpi e Salernitana (41 partite nella massima serie). La B l’ha battezzata a Cesena dove in pratica la sua carriera è decollata in una piazza importante quando nell’estate 2003 la società in C lo ingaggiò dal Lanciano dove aveva già vinto la C2. Ai romagnoli aveva già detto no la stagione precedente essendo in parola con il presidente abruzzese. Con il Cesena fu subito promozione in B a Lumezzane e conquista della Coppa Italia di C. Col Cavalluccio tre parentesi: 2003-2007, 2008 e la storica salvezza in B nel 2017-2018 subentrando a Camplone, battendo la Cremonese l’ultima giornata, gli venne rinnovato il contratto per altre due stagioni ma la società fallì ad agosto.
Genuino, vero, fumantino, onesto, il suo calcio è ad alta intensità ed aggressività, in verticale, fisico, puntando sempre la porta, poco possesso palla ma tanta praticità. La sua lunghissima avventura in B l’ha iniziata proprio a Cesena, in tribuna per la nota squalifica dopo Lumezzane (con Gadda in panchina) l’11 settembre 2004, Cesena-Triestina 1-0, in rete al 4’ Cavalli. La prima effettiva panchina di B, al suo rientro dalla lunga squalifica il 23 gennaio 2006 Cesena-Mantova 2-0 (Zaninelli 24’ e Ferreira Pinto al 92’). In una carriera di spessore tecnico e umano (ha allenato anche per volontariato e solidarietà la rappresentativa di San Patrignano) da evidenziare il Carpi portato per la prima volta in A, la conquista della massima serie a Salerno e la prodezza di Ascoli mantenuto in B nonostante il -6. Tanta e meritata strada per un tecnico e un uomo umile, competente, diretto che iniziò ad allenare nelle giovanili del Settempeda nel 1969. Originario di San Severino Marche, abita a Tolentino, ma da oltre vent’anni ha casa anche a Cesena vicino al Montefiore. In Romagna è spessissimo, Cesenatico è la sua spiaggia. Il bianconero è sempre stato nella sua vita: tifoso della Juve (ha fatto il militare a Torino) ma soprattutto dell’Ascoli (Mazzone il suo mito), poi l’amore dichiarato per Cesena e il Cesena. A Bolzano ha il contratto fino a giugno, la conferma dovrebbe scattare a salvezza ottenuta, intanto ha già sorpreso e stupito per l’ennesima volta. Sicuri, non sarà l’ultima.