"Ho gente fidata, non potrei farne a meno"

L’azienda Montemaggi conta su stagionali stranieri: "Lavorano con me da tempo, insostituibili"

Daniele Montemaggi, socio di Confagricoltura e titolare dell’azienda agricola Montemaggi, come è cambiato il lavoro nei campi?

"La mia azienda è nata nel ’52, fondata da mio padre, e da allora il lavoro è cambiato moltissimo. Un tempo si raccoglieva frutta e verdura, si metteva nelle cassette in legno ed era già bella e pronta per essere venduta. Ora il prodotto viene lavorato, lavato, e impacchettato prima di essere venduto, tutto viene preparato in azienda. Coltiviamo insalata a foglia grande che in questo momento è il prodotto più redditizio, poi patate, finocchi, prezzemolo, bietole e spinaci. Certo dal 1950 le cose sono cambiate moltissimo. La percentuale dell’occupazione agricola su quella complessiva era oltre il 40%. Dopo trent’anni è scesa al 12%, segnando il passaggio dall’Italia agricola a quella industriale. Oggi gli addetti all’agricoltura nel paese non arrivano a 3 milioni e due aziende su tre sono scomparse".

Sono cambiate le abitudini dei consumatori?

"Sono cambiate molto col Covid anche se l’agricoltura non si è mai fermata. Molte persone hanno aumentato l’utilizzo dei surgelati. Con l’aumento dei prezzi dell’energia dell’ultimo anno poi noi agricoltori abbiamo costi di produzione molto più alti".

Problemi a reclutare mano d’opera?

"Fortunatamente i miei dipendenti stranieri, che sono 7, sono riusciti tutti a ottenere i visti per entrare in Italia. Sono persone fidate che lavorano con me da tempo e che non vorrei sostituire".

Il lavoro nei campi è svolto più da uomini o da donne?

"In agricoltura le donne sono poche, nella mia azienda ce n’è solo una su sette dipendenti. Il lavoro nei campi è faticoso e in più ci sono da sollevare pesi come le cassette degli ortaggi". a.s.