I 18 anni della Brasserie Arnage: "Un compleanno a tutta birra"

Il locale sulla via Emilia di Claudio Biagioli e Francesco Migazzi è diventato maggiorenne "Abbiamo clienti storici, amici fin dal primo giorno, e altri che vengono da fuori provincia".

I 18 anni della Brasserie Arnage: "Un compleanno a tutta birra"

I 18 anni della Brasserie Arnage: "Un compleanno a tutta birra"

La festa per i 18 anni è un traguardo non solo di maggiore età ma in realtà di acclarata longevità per i pubblici esercizi esposti al turn-over e per la Brasserie Arnage è una tappa del percorso avviato da due trentenni all’epoca che si è fatto strada tra non poche difficoltà, specie negli ultimi anni tra Covid, bollette impazzite dell’energia elettrica, regole per le verande. Claudio Biagioli, detto Biagio, 53 anni, è socio titolare insieme a Francesco Migazzi.

Biagioli, come nacque l’idea di aprire il locale?

"Avevamo entrambi, io e ’Miga’, i nostri lavori sicuri di disegnatore meccanico e giardiniere, ma io e il mio socio cercavamo qualcosa di più per realizzarci. Io ero appassionato di birre belghe e di gare automobilistiche, soprattutto le endurance: Arnage è il nome di una delle curve più difficili della 24 Ore di Le Mans. Ecco come nacque l’idea della Brasserie Arnage che a aprimmo nel 2006 in viale Oberdan".

Come spazia la scelta di birre?

"Ne offriamo alla spina 300-350 etichette a cui si aggiungono circa 400 referenze in bottiglia che ruotano in base alla stagionalità e alla disponibilità. Negli anni abbiamo reso sempre più efficaci gli abbinamenti tra cucina e birra affinandole proposte gastronomiche”.

Per lei qual è la birra top?

"Dipende dal momento. Oggi che c’è stato da fare ed era caldo me ne andava una rinfrescante, di sera di fronte al camino va meglio una scura, invecchiata e ossidata e potrei proseguire con tante altre situazioni".

Che clientela avete?

"La fascia maggiore va dai 25 ai 45, ma si sale fino ai sessantenni. I ragazzini con poca capacità di spesa per le birre di qualità servite e che magari non riuscirebbero ad apprezzarla non sono il nostro target".

Le spiegate ai clienti?

"A chi si ferma al banco e ha piacere le raccontiamo. Le birre hanno storie appassionanti".

Com’è andata la festa del 18° compleanno?

"Un pienone ma ordinato, l’avevamo preparata bene. Abbiamo clienti storici amici fin dal primo giorno di apertura e altri che sono venuti da fuori provincia, perfino Arezzo. Ci siamo sentiti voluti bene, il nostro locale è un punto di incontro e non tra estranei".

Come sono cambiate le abitudini dei clienti cesenati dopo il Covid?

"Non si tira più a far troppo tardi, e di conseguenze chiudiamo prima adeguandoci alle esigenze. Si è intensificato di converso il lavoro nella prima serata. Si tratta di una svolta che confermano un po’ tutti i i titolari di pubblici esercizi, figlia della pandemia".

Il centro è un brulichio di bar e ristoranti. Voi siete fuori dal giro della movida, sulla via Emilia.

"Stiamo bene dove siamo, il locale è caldo e accogliente, ci dicono i clienti. Siamo diventati maggiorenni con la nostra fisionomia".