
Un gruppo di ragazzi inchiodati sugli schermi di tablet e cellulari
Qualche giorno fa, in classe, ci siamo interrogati sull’argomento, che, dopo aver fatto una lettura sulla nostra Antologia, alla sezione ’Pianeta Adolescenza’, è emerso riguardo all’opinione che certi anziani o adulti hanno sui giovani d’oggi, a detta loro "maleducati, poco impegnati a scuola, che danno scarsa importanza ai veri valori, mentre ne attribuiscono molta a ciò che rientra nella sfera dell’apparire, come abiti, scarpe alla moda e firmati, cellulari di ultimo modello, selfie perfetti da condividere online per ricevere il maggior numero di like e approvazioni social, e sono capaci di trascorrere gran parte del loro tempo libero messaggiando, chattando, ascoltando musica e giocando ai videogiochi".
Ma questo quadro corrisponde davvero alla realtà? Lorenzo, davanti a tutti noi, ha aperto il dibattito condividendo l’esperienza di aver sentito, più di una volta, dalla voce di alcuni adulti, che conosce, prendere di mira i giovani, dire che non escono, spendono troppo e non fanno niente di utile tutto il giorno. Ogni volta che ha sentito frasi del genere, le ha sentite sempre al plurale, come se tutti i giovani d’oggi fossero uguali e, che, quindi, tutti sbagliassero. Questo significa "far di tutta l’erba un fascio": nessuno è mai uguale a qualcun altro, e ciò riguarda anche i giovani. Durante il Covid è vero che le connessioni a internet erano aumentate, e le possibilità di incontrarsi dal vivo diminuite! Ma poi, e fortunatamente, la situazione è cambiata: oggi sono molti i giovani che non stanno chiusi in casa. Lo si è potuto vedere nella recente alluvione in Emilia-Romagna, quando dei giovani, chiamati ’Angeli del fango’, hanno salvato persone e cose. Un altro episodio, per confermare che esistono ragazzi davvero in gamba, è successo nei Campionati mondiali Pokémon 2024 di Honolulu, nel mese di ottobre, quando Luca Ceribelli, che ha ventuno anni, ha vinto, rendendo orgoglioso il suo Paese e portandolo a due mondiali vinti. Anche secondo Leonardo C. i giovani d’oggi non sono tutti chiusi in casa. I ragazzi, che conosce e i suoi amici, sì chattano, stanno al telefono, ma non tutto il giorno. "I ragazzi più grandi – ha proseguito – vanno in giro in moto, fanno i raduni, e non hanno solo l’hobby del cellulare e del computer, però gli anziani si lamentano comunque, perché, sgasando, fanno rumore e baccano". E allora, si è chiesto e ci ha chiesto che cosa dovrebbero fare questi ragazzi, se non possono stare chiusi, se non è bene che stiano chiusi in casa al telefono, al pc, e se non possono uscire in moto, perché fanno rumore? E, se escono, anche solo a piedi, i più anziani pensano che siano dei delinquenti o malintenzionati: in sintesi, vengono sempre criticati.
In realtà, i ragazzi d’oggi passano metà del loro tempo a studiare e a fare i compiti, perché sono preoccupati per i voti, per la scuola. Leonardo ha riferito di non essere interessato ad avere vestiti firmati e costosi per farsi notare e apparire bene, ma, visto il loro costo, li ritiene, di sicuro, di qualità e comodi, quindi, un acquisto, alla fine, conveniente ("Chi più spende, meno spande"). I ragazzi, che fanno video o selfie, per guadagnare molti like, sono pochi. Stanno al cellulare, al computer, alla playstation tanto tempo, solo quando piove, perché non sanno che fare, e per far passare le ore in fretta. Quando escono e si divertono, non va bene lo stesso: vengono criticati dagli adulti, che pensano male, sono pieni di pregiudizi; pensano, infatti, che siano dei delinquenti o che si caccino in qualche guaio; quindi, i ragazzi non sanno più come comportarsi, e si chiudono in camera in una sorta di depressione, non ascoltano più nessuno: diventano svogliati, arroganti e strafottenti.
E su questo atteggiamento gli anziani, a volte, possono avere ragione. In merito ai pregiudizi sui giovani d’oggi, Sofia ha detto che i grandi, vedendoci anche solo per quindici minuti spaparanzati sul divano con il telefono, immediatamente, affermano che siamo dei vagabondi, che non sappiamo fare niente, e questo perché ci guardano con gli occhi sbagliati. Infatti, non è vero che siamo degli scansafatiche: vogliamo solo riposarci, perché anche noi siamo umani! Non possiamo sempre studiare! Talvolta si sta al cellulare, per sfuggire a una realtà, che non ci piace, anche a causa della scuola, che ci fa salire l’ansia (valanghe di compiti a casa e valanghe di interrogazioni in aula). È anche vero che molti non studiano proprio, ma non siamo tutti uguali; quindi, se non studia uno, non vuol dire che noi tutti non facciamo il nostro dovere a scuola. Quelle persone, che non studiano, alcune volte si comportano così per i paragoni negativi fatti dagli adulti; in effetti, quei ragazzi dicono: "Ma perché dobbiamo continuare a studiare, se siamo sempre considerati gli ultimi della società?". Quindi, in gran parte è anche colpa dei grandi, se stiamo davanti ai device. Giulio, con sincerità, esprimendo ciò che diversi di noi pensano ma non dicono apertamente, ha riferito che è logico che ci piaccia stare molto di più sul telefono o alla play anziché su un libro; poi, in passato, ha continuato, finita la terza media, si andava a lavorare (oggi, invece, non è più possibile). E ancora, a scuola, quelli "del passato", che oggi criticano i giovani, studiavano argomenti molto più semplici: in breve, per gli adulti di oggi, probabilmente, è stato più facile andare a scuola! Giulio ha raccontato, e non è il solo, di usare lo smartphone come valvola di sfogo; infatti, appena accende il cellulare si sente più sollevato: "È come se mi rinchiudessi lì dentro; infatti, non vedo l’ora, perché così sono da solo e posso stare tranquillo, anche se questi telefoni, in generale, causano vari problemi: io, prima di andare a dormire, chiudo gli occhi e ammetto di sentirli bruciare; inoltre, ascoltando la musica della mia playlist ad alto volume, so che l’udito potrebbe peggiorare e, forse, a questo punto, le critiche delle persone anziane sono anche costruttive".
In conclusione, noi giovani riconosciamo di dedicare troppo del nostro tempo agli strumenti tecnologici, che consideriamo irrinunciabili, e pure che, spesso, non ci rendiamo conto delle loro potenzialità negative (cyberbullismo, ad esempio), guardando solo alle positive (un click e … miliardi di informazioni, infinite possibilità di comunicazioni, proficue possibilità di acquisti e di vendite), ma troviamo anche il tempo di incontrarci per giocare o parlare insieme, e non siamo così ciechi da non sapere quanto valori come amicizia, solidarietà, libertà e pace siano vitali per la democrazia alla quale teniamo molto anche noi, giovani d’oggi.
Giulio Bergamaschi, Leonardo Casati, Sofia Giuliani, Lorenzo Magnani e i compagni della classe III A della scuola secondaria di primo grado ‘Piero Calamandrei’ di Sogliano al Rubicone