Il calzaturiero va di corsa "Ma non c’è manodopera"

Il distretto di San Mauro Pascoli sta vivendo una fase di grande rilancio "L’unico ostacolo al momento è la difficoltà di trovare lavoratori qualificati".

Il lavoro c’è, mancano i lavoratori. È il grido d’allarme che si leva dal distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli, tornato in queste settimane sotto i riflettori grazie al colpaccio messo a segno dal colosso del lusso Richemont: dopo un serrato testa a testa con il gruppo italiano Otb, la holding elvetica si è infatti aggiudicata il 70% delle quote della maison Gianvito Rossi, uno dei ‘big’ del polo sammaurese. Un’operazione di indubbio spessore, resa nota dal Carlino ben prima che le parti coinvolte ne dessero l’annuncio ufficiale, rimbalzato poi sulla stampa di tutto il mondo. Le etichette del distretto, dunque, fanno gola ai maggiori player del mercato del fashion: non così, evidentemente, per i giovani in cerca di occupazione, al punto che risulta difficile coprire decine di posizioni aperte nelle aziende e nei laboratori della zona. "Il distretto sta vivendo una fase di sicuro rilancio dopo le secche del Covid, le vendite e l’export vanno a gonfie vele, malgrado le perdite sul mercato russo – argomenta Marco Dallamora, segretario di FIlctem Cgil Cesena -. L’unico ostacolo alla ripresa sembra essere, al momento, la difficoltà di reperimento di manodopera qualificata". Eppure, le aziende ce la mettono tutta per essere attrattive, anche dal punto di vista della sostenibilità sociale: proprio qui è nato, qualche anno fa, il ‘distretto della felicità’, l’esperimento di welfare aziendale finalizzato a conciliare i tempi di vita e di lavoro attraverso un ripensamento radicale della giornata lavorativa e degli orari di apertura dei servizi sul territorio. "Nei giorni scorsi abbiamo partecipato, come organizzazioni sindacali, alla sottoscrizione del contratto collettivo di Greymer, azienda con oltre 100 dipendenti che lavora sia con marchi propri (Alevì e 3Juin, ndr), sia in conto terzi, per alcuni brand internazionali del lusso – aggiunge Dallamora -. L’azienda ha previsto un fondo welfare per sostenere i lavoratori in situazioni di difficoltà e ha confermato la previsione di una premialità in favore dei dipendenti, pari a circa 1.300 euro per ciascuno".

Anche Manuela Alfinito, segretaria territoriale Femca Cisl Romagna, non nasconde la preoccupazione per un fenomeno che, nel lungo periodo, rischia di impoverire irrimediabilmente il distretto, privandolo di competenze preziose e, in definitiva, di una prospettiva per l’avvenire. "È necessario affrontare la questione assieme alle istituzioni e riflettere sulle cause che allontanano i giovani dalle nostre imprese – dichiara -. A San Mauro i progetti per la formazione dedicata al settore della scarpa non mancano: basti pensare al Cercal, la scuola internazionale calzaturiera, o ai numerosi percorsi integrati di alternanza scuola-lavoro, realizzati in collaborazione con l’istituto ‘Marie Curie’ di Savignano. Le posizioni da colmare, tuttavia, restano ancora tante: andando avanti così, rischiamo di disperdere un patrimonio che tutto il mondo ci invidia".

Maddalena De Franchis