LUCA
Cronaca

Il pallone e l’orgoglio di una città

La promozione del Cesena in serie B rappresenta l'orgoglio e l'identità della comunità, che si unisce dietro la squadra. Il successo sportivo porta benefici economici e sociali alla città, dimostrando l'importanza dello sport per la coesione e l'autostima della comunità.

Luca

Ravaglia

Lo sport conta solo in parte. Perché Cesena e il Cesena sono una cosa sola da troppo tempo e a prescindere da qualsiasi categoria, perché si possa pensare che la promozione in serie B appena archiviata si traduca semplicemente in una questione di chi l’anno prossimo verrà qui a prendere a calci il pallone. Il bianconero che vince rappresenta l’orgoglio di una comunità, quella che si porta in giro per l’Italia il senso di appartenenza a un mondo nel quale ciò che succede sul prato dell’Orogel Stadium è una parte integrante. "Sono di Cesena, in Romagna, hai presente il calcio?" E’ il biglietto da visita che si serve fin dalla reception dell’hotel delle vacanze. E’ banale? No, è così. Ed è così perché è il territorio, insieme alla sua comunità, a volerlo. Sono stati loro a risollevare le sorti del club dopo il fallimento: un gruppo di imprenditori locali, molti dei quali nella loro vita facevano tutt’altro, ma che pure non volevano che la nostra tradizione finisse in cantina. Perché permetterlo, sarebbe stato come rinunciare alla piadina. Si è ripartiti, ci si è ripresi prima la C e poi la B, con una società nuova, che ha dimostrato di avere budget e idee importanti. E allora già non basta più. E’ giusto che sia così, ma nel frattempo ci si gode il momento. La serie B è un regalo per tutta la città in termini di immagine, di appeal, di visibilità, di introiti legati all’indotto, di ulteriore incentivo ad avvicinarsi alla pratica sportiva per i giovani che si iscriveranno alle società e, non per ultimo, di autostima di comunità. In questi giorni non pochi si sono interrogati sull’opportunità del gesto compiuto dal sindaco uscente (e ricandidato alle prossime elezioni di giugno) di aprire le porte del Comune alla squadra per brindare insieme. E’ stato un mega spot elettorale a costo zero? Non c’è una risposta giusta, ma c’è un dato di fatto: sarà anche vero che le partite le vincono i giocatori, ma è inconfutabile che in campo ci va tutta la città. E tutta la città merita di festeggiare.