Il problema vero è l’educazione alla sicurezza

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Ugo

Vandelli*

Ho letto sul Resto del Carlino gli articoli sulla chichane nella carreggiata nei pressi del centro abitato di via Dismano e sono voluto andare a visionare direttamente, da automobilista, che problemi può procurare il restringimento realizzato. Devo dire che in effetti è una soluzione ardita che qualche iniziale reazione può suscitarla, ma che è stata realizzata allo scopo per proteggere i residenti dell’abitato e disciplinare il traffico e la velocità eccessiva.

Gli interventi e la scelta dei dissuasori sul traffico è bene che siano realizzati con oculatezza e che siano confacenti allo scopo: anche il mezzo deve convincere e motivare, non solo il fine da conseguire.

Ciò detto, devo rimarcare che l’emergenza - parla una persona che nella sua vita ha lavorato per favorire la sicurezza e l’incolumità delle persone, – è culturale ed educativa e riguarda prima di tutto i comportamenti di chi si sposta. Con tutti i mezzi: dalle gambe, alla bicicletta, ai motocicli, e all’auto.

La mia modesta impressione è che la consapevolezza della necessità di adottare stili di comportamento responsabili e improntati al principio della cautela sia diminuita rispetto a un tempo e si riscontri un rilassamento generale sulla sicurezza della mobilità, fattore comunitario. Pedoni che sui marciapiedi e sulle strisce attraversano parlando al cellulare; ciclisti che invadono marciapiedi e corsie destinate ai pedoni, oppure che occupano il manto stradale affiancati creando situazioni grave pericolosità; automobilisti che sfrecciano a velocità impressionanti nei tratti urbani in barba ai limiti di velocità. E che tengono il cellulare all’orecchio mettendo in pericolo la loro e la altrui incolumità. Si tratta di una emergenza educativa e culturale su cui agire, perché nel bene e nel male sono sempre i comportamenti umani a fare la differenza e non c’è dissuasore che tenga se le persone non sono disponibili a farsi dussadere. Quando ci muoviamo dovremmo cercare di dare il meglio di noi, non il peggio che spesso viene fuori.

*già Sostituto Commissario della Polizia di Stato