’In quella notte’: quando Giulio Cesare scampò all’agguato

I corsi d’acqua storicamente additati come confini fra Italia e Gallia Cisalpina non tengono conto che così Cesena sarebbe rimasta in Gallia e senza senso sarebbe il giudizio espresso da Q.Cicerone su A.Irzio, console designato per il 43 a.C., a cui non avrebbe dato da difendere neppure Cesena, ritenuta imprendibile fino al tempo dei Goti. Se poi ci soffermiamo sul Fiumicino e sul suggerimento dato nel 19323 da Benito Mussolini al podestà di Savignano di chiedere che “di Romagna” mutasse in “sul Rubicone”, le cose diventano ancor più evidenti. Appaiono alquanto sospette le canalizzazioni del Fiumicino a valle di Savignano e la sua sostanziale medianità fra Uso e “Urgone” precedenti confini della Rimini testa di ponte romana verso la pianura padana dei Galli Boi. Nella ricerca appare affascinante la strategia con la quale Cesare avrebbe superato la zona neutrale interposta fra Italia e Gallia (due confini distinti ma incentrati su Cesena) durante l’oscurità di una sola notte e rispettando le distanze tipiche delle marce dei legionari per non destare sospetti. Ravenna e Rimini non si potevano raggiungere neppure con un maximum iter (di 45 km circa, fatto percorrere in Oltralpe ed eccezionalmente retribuito) marciando anche di giorno ma così allertando Rimini e Cesare, con appena 5 coorti, avrebbe perso tutta la sua dignitas. Spicca forte il sospetto che Cesare il 1011 gennaio 49 a.C. nel suo trasferimento notturno, inizio della marcia verso Roma, non si sia smarrito come riportato da Svetonio ma piuttosto si sia nascosto per scampare ad un agguato oppure per iniziare un’inesplorata messinscena con Labieno suo ex braccio destro in Transalpina. E d’altra parte è proprio difficile pensare che un proconsole come Cesare abbia potuto perdersi prima di raggiungere il Rubicone, cioè quando e se era ancora davvero nel suo territorio. Lo studio di Giancarlo Brighi stampato per conto dell’autore non è in vendita. Presentatoa S.Giorgio, sarà riproposto a Cervia per studiosi e associazioni culturali. Dopo tali “collaudi tecnici”, se lo si riterrà utile, verrà esposto anche ad amministratori vari e presidenti di quartiere cioè a coloro che avranno il compito, eventuale, di valorizzare un territorio “unico” e che ha tante caratteristiche da poter assurgere a testimonianza diffusa della “radice quadrata di 2” e del suo quadri-millenario teorema triangolare, uno dei due “gioielli” della geometria antica secondo Keplero.